Tim, Vivendi a sindaci-Consob: “Nel cda Elliott si controlla da sé”

Nuove discussioni nel cda della Tim

MILANO – Vivendi torna all’attacco e parla di “gravi irregolarità” del consiglio di amministrazione di ieri. Che ha respinto a maggioranza la relazione del collegio sindacale, “un organo del tutto indipendente”. L’ennesimo affondo dei francesi in vista dell’assemblea del prossimo 29 marzo, in cui il gruppo di Vincent Bollorè chiede di sostituire cinque consiglieri in quota Elliott. E investe direttamente sindaci e Consob.

Vivendi affida la denuncia a una nota, in cui spiega che “la decisione del consiglio di amministrazione di ieri di ‘controllarsi da sé’ rafforza la convinzione di Vivendi che gli azionisti di Tim devono installare un board veramente indipendente”. Un cda “neutrale” che “ripristinerebbe la governance appropriata. E le condizioni per consentire un’adeguata gestione dell’azienda a vantaggio di tutti gli azionisti, i dipendenti e delle altre parti interessate”. I francesi sollecitano il collegio sindacale e la Consob “A esercitare i rispettivi poteri per indagare ulteriormente”. Perché dopo la relazione dei sindaci, bocciata dal cda, “rimangono domande senza risposta”.

Nuove discussioni nel cda della Tim

Vivendi pone una serie di questioni ricordando che i sindaci di Tim hanno riconosciuto che il presidente di Telecom Italia, Fulvio Conti, eletto nella lista Elliott, non avrebbe fornito le stesse informazioni a tutti i consiglieri nel medesimo momento. E che anche diversi proxy – pur raccomandando di votare contro il gruppo dei media transalpino – hanno riconosciuto l’asimmetria informativa. Vivendi chiede, tra l’altro, a collegio sindacale e Consob di andare a fondo sulla riunione “preparatoria riguardante il licenziamento di Amos Genish”, l’ex a.d., cui avrebbero preso parte consiglieri Elliott, e degli incontri tra Conti e “i rappresentanti di almeno un azionista di minoranza avvenuto il 12 novembre 2018”. Vivendi, pur in minoranza nel board, è l’azionista di maggioranza relativa con il 23,9% del capitale di Tim, mentre Elliott ha circa il 9,5%.

Inanto il nuovo a.d., Luigi Gubitosi, a margine di un evento a Piazza Affari, scherza con i cronisti. Affermando che la sfida per Tim nel 2019 sarebbe “diventare un’azienda normale”. Il titolo di Telecom Italia chiude in Borsa con un rialzo dell’1,39% a 0,5392 euro.

Lorenzo Allegrini (AWE/LaPresse)

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