Tokyo 2020, Osaka accende il braciere olimpico ma in uno stadio vuoto è festa a metà

Il braciere olimpico illumina il cielo di Tokyo ma non scalda a sufficienza i cuori. L'immagine dello stadio vuoto è troppo potente per fare finta di nulla

ROMA – Il braciere olimpico illumina il cielo di Tokyo ma non scalda a sufficienza i cuori. L’immagine dello stadio vuoto è troppo potente per fare finta di nulla. La cerimonia di apertura, festa di popolo per antonomasia, trasformata in uno spettacolo per pochi intimi. E così il crepitio del sacro fuoco di Olimpia resta un urlo nel vuoto. I Giochi iniziano perché non vi è alternativa. L’olimpismo non può piegarsi alla pandemia ma comunque, ne esce sfregiato nel profondo, chiuso in una ‘bolla’ avvicinabile solamente in maniera virtuale.

Se quelle di Tokyo sono state narrate come le Olimpiadi della ripartenza lo sono a metà. Nel paese del Sol Levante la maggior parte della popolazione li vede quantomeno come un fastidio, se non addirittura come un veicolo di contagio, e i riferimenti alla manifestazione in giro per la città sono pochi, se non nelle strutture frequentate dal circus a cinque cerchi. Fuori dallo stadio c’è pure un gruppo di contestatori. Sono circa un centinaio ma molto rumorosi. La polizia controlla e la loro manifestazione si svolge tranquillamente con a fianco anche un gruppo di curiosi.

Uno scenario in cui la cerimonia di apertura prova comunque a guardare avanti, ma senza dimenticare il presente. L’uomo accovacciato che si rialza e inizia a correre su un tapis roulant è la simbologia di una situazione che tanti atleti hanno vissuto nel corso del lockdown e il momento dedicato al ricordo delle vittime della pandemia è particolarmente struggente. Un video, dove compare anche una piazza Duomo deserta, a cui fa seguito un intenso minuto di silenzio.

La sfilata degli atleti, con le loro divise dai colori sgargianti e gli abiti tradizionali, è uno squarcio di luce. La mascherina per tutti resta la normalità ma la felicità negli occhi che brillano sotto i dispositivi di protezione personale è tangibile. Per loro il sogno comunque si è avverato. Fra le delegazioni più entusiaste c’è quella italiana, guidata da Elia Viviani e Jessica Rossi, con tutti i componenti che entrano sventolando il tricolore.

Una versione commovente di ‘Imagine’ di John Lennon è il preludio alla parte istituzionale dove il presidente del Cio, Thomas, Bach sottolinea come l’essere tutti uniti nel condividere questo momento sia “la luce in fondo al tunnel”. A renderlo possibile soprattutto gli atleti: “non avete mai mollato, siete fonte di ispirazione”, le parole a loro riservate dal numero uno dello sport mondiale. Ad accendere la fiaccola dopo la dichiarazione di apertura dei Giochi da parte dell’Imperatore Naruhito è Naomi Osaka. La fuoriclasse del tennis, madre giapponese e padre di origini haitiane, trasferitasi da giovanissima negli Usa, sale le scale e compie il simbolico gesto atteso da cinque anni. Anche con la pandemia ancora in corso gli atleti possono finalmente rincorrere il loro sogno.

Dall’inviato Andrea Capello

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