Torino, ragazze musulmane aggredite sull’autobus con calci e pugni: velo strappato

TORINO– “Avete paura dei cani ma poi riuscite a fare attentati terroristici e a scoppiare?”. Sarebbe questa la frase all’origine di un’aggressione subita da tre giovani musulmane a bordo di un autobus al ritorno da un giro in centro a Torino.

A denunciare l’episodio sui social è stata una delle vittime

Fatima Zahra Lafram, esponente dei Giovani musulmani d’Italia, in attesa di essere medicata al pronto soccorso, ha usato un filmato per documentare la violenza.
Fatima ha raccontato che una ragazza si sarebbe scagliata contro di loro con calci e pugni, arrivando a strappare il velo a una sua amica. Ha detto di essere stata colpita con un calcio mentre tentava di soccorrere l’amica. Il bus è poi stato fermato dall’autista e sul posto è intervenuta la polizia che ha ascoltato le testimonianze degli altri passeggeri a sostegno delle ragazze aggredite.

Per tutti quelli che pensano che l’islamofobia e il razzismo non siano cose reali, sono argomenti per cui noi lottiamo tutti i giorni, perchè lo sono. Non è il primo o secondo episodio ma è la prima volta in cui le prendo“, rivela Fatima. “Questo è il clima politico in cui viviamo e quello che chiedo è il fatto di riconoscere che alcune parole dei nostri politici e dei nostri amici possono avere un certo impatto. Il nostro silenzio – denuncia la ragazza – ci rende complici. Non è questa l’Italia dove vorrei fare crescere i miei figli”.

Solidarietà alla giovane è stata espressa dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, che l’ha raggiunta al telefono incoraggiandola a portare avanti le azioni necessarie previste dalla legge a tutela della sua persona.

A fare eco alle parole della prima cittadina, un post del Pd

“Ci ha colpito una parte del racconto di Fatima, la ragazza che è stata aggredita su un pullman a Torino. Lei racconta che molti passeggeri l’hanno difesa e qualcuno le ha detto ‘l’Italia siamo noi’. Ecco, noi abbiamo voluto ribadirlo, chiaramente, l’Italia Non è razzista, l’Italia siamo noi”.
(LaPresse)

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