Torino, sciacalli fra tombe al cimitero: in 15 agli arresti domiciliari

Foto LaPresse - Stefano Porta

Milano, 12 mar. (LaPresse) – Il Nucleo Investigativo torinese dei Carabinieri ha dato esecuzione nella mattinata odierna ad una misura di custodia personale agli arresti domiciliari nei confronti di 15 persone emessa dal Gip di Torino su richiesta della locale Procura della Repubblica in ordine ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falsificazione di atti, peculato, distruzione e soppressione e sottrazione di cadavere, ricettazione, concussione.

L’indagine trae origine dalla denuncia sporta il 26 ottobre 2016 da Michela Favaro, Amministratore Delegato di A.F.C. Torino spa che ha segnalato comportamenti ritenuti illeciti ad opera di alcuni operatori cimiteriali in servizio presso il cimitero “Parco” di Torino nell’ambito delle operazioni di esumazione /estumulazione delle salme.

In particolare è stato riferito di false attestazioni che documentano le operazioni di esumazione/estumulazione.

Nel corso delle indagini, che hanno confermato la denuncia, sono stati riscontrati: una attribuzione illecita di indennità agli operatori cimiteriali; il percepimento da parte degli operatori cimiteriali di somme di denaro da privati per lo svolgimento delle attività del loro ufficio; che qualcuno si è impossessato dei beni sottratti ai cadaveri.

Sostanzialmente molti cadaveri sono stati “spogliati” degli eventuali preziosi posti all’interno del feretro durante le esumazioni ed estumulazioni cioè le operazioni di recupero dei resti a dieci anni dalla sepoltura in terra e a quarant’anni da quella in loculo.

Altre irregolarità hanno riguardato le procedure successive all’estumulazione le quali prevedono che se i cadaveri sono scheletrizzati le ossa vengano riposte nell’ossario comune, oppure in cellette dove possono essere contenuti i resti di altri parenti con spese a carico della famiglia. Se invece il cadavere è ancora indecomposto è obbligatoria la cremazione con i costi a carico di AFC. I necrofori godono invece di un’indennità aggiuntiva di 20 euro a testa per tale operazione, spesso incassata ingiustamente – spiegano gli investigatori – perché i controlli effettuati hanno dimostrato che quasi sempre i cadaveri erano scheletrizzati.

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