Tragedie ad alta quota, morti 7 italiani sulle Alpi

PHOTOPQR/LE DAUPHINE ;

Milano, 1 mag. (LaPresse) – Bilancio drammatico sull’arco alpino, tra Italia, Francia e Svizzera. Le vittime italiane, in differenti episodi, sono sette. Due giovani scialpinisti del Soccorso alpino Dolomiti bellunesi hanno perso la vita sull’Antelao. Si tratta di Enrico Frescura, 31 anni da compiere, del Soccorso alpino di Pieve di Cadore, e Alessandro Marengon, 28 anni, del Soccorso alpino del Centro Cadore, tutti e due di Domegge di Cadore. Secondo la prima ricostruzione, stavano affrontando la parte conclusiva del Canale Oppel quando sono scivolate fermandosi alcune centinaia di metri sullo sbocco sottostante. A dare l’allarme, alle 8.30 circa, sono stati altri tre alpinisti che stavano risalendo il canale.

È invece di sei il numero degli sciatori morti nella regione di Arolla, nel canton Vallese, sulle Alpi svizzere, cui si aggiungono altri due svizzeri deceduti per ipotermia su un massiccio vicino e un francese travolto da una valanga. Le sei vittime di Pigna d’Arolla facevano parte di un gruppo di 14 sciatori, cinque sono italiane.

Si tratta di una guida di 59 anni, morta sul posto a causa di una caduta, e di due coppie di 53 e 45 anni, decedute in ospedale, più una donna bulgara di 52 anni, morta anche lei in ospedale per ipotermia. Altre tre persone sono in gravi condizioni: uno svizzero di 72 anni, una francese di 56 anni e un’italiana di 43 anni. Altri cinque sciatori, di cui tre francesi, una tedesca e un italiano, sono leggermente feriti e soffrono di ipotermia. Il gruppo partecipava a un’escursione nella zona della Pigna d’Arolla, 3.796 metri di altezza, quando è stato sorpreso da una tempesta.

A dare l’allarme è stato, lunedì mattina, il guardiano del rifugio Vignettes, dove sarebbero dovuti arrivare domenica. Secondo la ricostruzione, un gruppo di 10 sciatori, tra cui una guida, e altri quattro sciatori avevano lasciato il rifugio des Dix, a quota 2.928 metri, per raggiungere quello delle Vignettes a 3.157 metri. Sorpresi dalla tempesta, non hanno potuto procedere e hanno passato la notte sul posto a 3.270 metri.

Poco distante, più a est, sono stati rinvenuti i cadaveri di due alpinisti svizzeri di 21 e 22 anni, secondo la polizia probabilmente morti di spossatezza e di freddo. Anche loro erano stati sorpresi dal maltempo, mentre salivano nella regione del Mönch, tra i cantoni Vallese e Berna. Sempre lunedì, uno sciatore francese di 49 anni è morto in ospedale dopo esser stato travolto da una valanga sul ghiacciato dell’Allalin. Una donna francese della sua stessa età, che era con lui, è sopravvissuta.

Un alpinista russo sarebbe invece disperso sulle Alpi Pennine. Un’ecatombe, se si considerano altri recenti casi. L’alpinista italiano Simone La Terra, 37 anni, è morto in Nepal sul monte Dhaulagiri, catena dell’Himalaya, dopo essere stato spazzato via da una forte raffica di vento domenica. Inoltre, ancora non è stato trovato il corpo del miliardario tedesco Karl-Erivan Haub, 58 anni, proprietario del gruppo Tengelmann, scomparso il 7 aprile mentre si allenava da solo sul Piccolo Cervino, sul confine italo-svizzero.

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