SONDRIO – Il corpo del trentenne Mattia Mingarelli era nella stessa zona passata al setaccio dalle forze dell’ordine nei giorni scorsi. Ed è questo l’aspetto che gli inquirenti vorranno chiarire per far luce sul decesso del giovane. Al vaglio degli investigatori, al momento, ci sono diverse ipotesi. Nulla si esclude, nemmeno l’omicidio, anche se le piste più probabili parlano di un incidente o un malore. Nei prossimi giorni sarà disposta l’autopsia sulla salma che dovrebbe meglio definire i contorni della tragedia.
Il corpo ritrovato da alcuni sciatori
Nel pomeriggio di ieri alcuni sciatori hanno avvistato una sagoma nel bosco adiacente alle piste della ski-area Palù-Chiesa. I rilievi del Sis (Sezione investigativa scientifica) dei carabinieri di Milano sono proseguiti fino a notte inoltrata. La salma, su disposizione della Procura, è stata trasferita all’obitorio. Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia. A far sorgere dubbi però, è proprio il luogo in cui il cadavere è stato rinvenuto. La stessa area era stata setacciata più volte, senza però esiti positivi. Resta quindi da capire come sia stato possibile che decine di uomini del Soccorso Alpino, militari del Sagf della guardia di finanza, vigili del fuoco e volontari della protezione civile non abbiamo notato nulla. Nonostante l’aiuto dei cani specializzati nel ritrovamento di corpi senza vita.
Ascoltato il vicino
L’ultima persona ad aver visto vivo Mattia Mingarelli è stato il vicino della baita che aveva affittato. Il trentenne era arrivato in zona assieme al suo cane Dante, ritrovato alcuni giorni dopo la scomparsa proprio dal vicino. Quest’ultimo è stato ascoltato come persona informata dei fatti, e non come indagato. Per giorni la famiglia aveva sperato che il ragazzo potesse essere ritrovato vivo; tanti gli appelli anche sui social, ma ieri il triste epilogo al quale gli inquirenti cercheranno di dare una spiegazione.