Cina, morto l’ex portavoce del governo: negò il massacro di piazza Tienanmen

Il 4 giugno prossimo ricorrerà il 30esimo anniversario della repressione

(AP Photo/Jeff Widener)

PECHINO – Aveva detto al mondo che nessuno era stato ucciso a piazza Tienanmen nella repressione del 1989. Yuan Mu, ex portavoce del governo cinese, è morto il 13 dicembre all’età di 90 anni. Ma Pechino ha preferito mantenere il silenzio sulla sua morte. Segno dell’imbarazzo che la repressione di Tienanmen fa provare ancora nella dirigenza cinese, ancora oggi il nome di Yuan Mu risulta censurato sul social network Weibo. Molto popolare in Cina. Un articolo dedicato alla sua morte la scorsa settimana dal quotidiano The Paper era stato ritirato dal sito del giornale, come pure il necrologio.

E’ morto Yuan Mu, ex portavoce del governo cinese

Considerato un conservatore all’interno del regime comunista, Yuan Mu è stato portavoce del governo cinese fra il 1987 e il 1993. A questo titolo aveva difeso davanti alla stampa la repressione, da parte dell’esercito, delle manifestazioni pro democrazia della primavera del 1989, in cui sono morte centinaia di persone, oltre mille secondo alcune fonti. La spianata di piazza Tienanmen, nel cuore di Pechino, era stata occupata per settimane dagli studenti.

L’assurda tesi sostenuta sulla repressione

Il portavoce, dopo avere inizialmente sostenuto che non era morto nessuno, aveva poi dovuto riconoscere che la repressione aveva provocato 300 morti fra soldati e civili nella piazza. Da allora le autorità non hanno più fornito alcun bilancio ufficiale su quegli eventi, che in Cina sono un vero tabù.

Il 4 giugno prossimo ricorrerà il 30esimo anniversario della repressione. Il segreto che circonda la morte di Yuana contrasta con la cerimonia che ha accompagnato recentemente il decesso di Ismail Amat, ex vice presidente del Parlamento che ha avuto una consistente copertura mediatica e anche un omaggio da parte del presidente cinese Xi Jinping.

Aveva denunciato il lassismo del regime

Da quando è andato via dal governo nel 1995, Yuan aveva scritto diversi articoli in cui denunciava il lassismo del regime, sostenendo che a suo parere questo portava alla corruzione e al liberalismo borghese. Nel 1998, inoltre, aveva smentito dei rumors che parlavano di un suicidio: “Non sarei così stupido da fare questo”, aveva dichiarato.

(Lapresse/AFP)

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