Truffe agli anziani, arrestati in 10

Truffe agli anziani, arrestati in 10
Truffe agli anziani, arrestati in 10

NAPOLI – Prima individuavano la vittima predestinata, poi le telefonavano. Quando gli interlocutori aveva abboccato al raggiro, si presentavano all’uscio di casa. Al telefono di casa parlando con l’anziano interlocutore sostenevano in maniera convincente che il figlio o un nipote era nei guai e per tirarlo fuori dalla situazione in cui si trovava servivano soldi. Poi giungevano all’ingresso dell’abitazione, si facevano consegnare il denaro o in mancanza di liquidità oggetti d’oro e monili. In un caso anche alcuni buoni postali fruttiferi. Di loro poi si perdeva traccia. Il figlio o il nipote tirato in ballo non si trovava in nessun guaio ma il tranello teso dalla gang si era consumato. Oltre 50 episodi di truffa, 100mila euro in contanti e svariati oggetti di valore. Ieri mattina l’ipotizzata gang è stata sgominata. Dieci arresti (due in carcere e otto ai domiciliari) e tre persone indagate a piede libero. In carcere sono stati ristretti Antonio Francescone di 34 anni e Gennaro Francescone, di 32. Ai domiciliari invece sono stati posti Gabriele Francescone, 56 anni; Ciro Guasco, di 66 anni; Nicola Mango, 71 anni; Aniello Francescone, 34 anni; Pasquale Vacca, di 49 anni; Salvatore Martinelli di 32 anni; Domenico Eduardo Di Paolo di 29 anni e Carmela Rubino di 34 anni. Indagati a piede libero invece  Raffaele Lionelli, di 34 anni; Angelo Maranta di 22 anni e Salvatore Sibillo, di 31 anni. Sono tutti di Napoli. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Rosaria Dello Stritto sono stati i carabinieri della Compagnia di Caserta coordinati dal capitano Pietro Tribuzio. La misura cautelare era stata chiesta dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (procuratore Pierpaolo Bruni) che ha coordinato anche le indagini. L’indagine ha preso il via il 17 giugno 2021 quando si registrò il tentativo di truffa ai danni di una donna di 83 anni in provincia di Frosinone nel comune di Ausonia. Quattro giorni dopo un secondo episodio a Sannicandro Garganico in provincia di Foggia,. Il terzo episodio si registrò a San Giovanni Incarico in provincia di Frosinone e il quarto a Casagiove, ai danni di una donna di 73 anni. In tutti e quattro i casi furono arrestate due persone. Da questi casi venne avviata l’indagine coordinata dalla Procura. Dopo i contatti e l’accordo siglato su circostanze false, l’incontro avveniva sempre in mattinata, quando le persone anziane più facilmente sono sole in casa, tra le 11 e mezzogiorno prevalentemente. La gang sceglieva persona anziane perché più facilmente cadono nell’inganno e anche perché  era più facile per i truffatori ostacolarne o comunque impedirne la difesa una volta questi erano giunti all’uscio di casa e la persona anziana aveva aperto l’ingresso. A quel punto, purtroppo, il disegno criminale si era concluso e i malviventi in un modo o nell’altro riuscivano ad appropriarsi delle domme o degli oggetti.

I Francescone capi della gang

Giocavano tutto sulla vulnerabilità emotiva e psicologica degli anziani per portare a termine il loro disegno criminoso. E al telefono una volta sostenevano di avere un pacco da consegnare, un’altra volta che il figlio o il nipote era rimasto coinvolto in un incidente stradale e aveva bisogno di soldi. In altri casi affermavano di dover riscuotere una cartella esattoriale a nome di un figlio o di dover ricevere i soldi per evitare al congiunto un immaginario ed inesistente pignoramento. In diversi casi la vittima predestinata si accorgeva della truffa in atto. Al momento di dover consegnare il denaro infatti si rifiutavano o chiedevano l’intervento di un vicino o di un altro parente. Stando alle indagini sinora compiute a capo dell’ipotizzato gruppo criminale c’erano Antonio e Gabriele Francescone. Erano loro ad incassare la maggior parte dei proventi delle truffe consumate. Con Gennaro Francescone infatti sono stati destinatari di un decreto di sequestro per 108mila e 250 euro in quanto ritenuti dal gip i capi e gli organizzatori dell’associazione. In provincia di Caserta le truffe e le tentate truffe si sono registrate a Caserta, Casagiove, Valle di Maddaloni, Maddaloni, San Felice a Cancello, Caiazzo, Capodrise, Santa Maria a Vico, Formicola, Portico, Roccamonfina e altri svariati comuni. La prima fase dell’azione criminale consisteva nell’individuazione della vittima predestinata. Per tale strategico compito oltre ai tre Francescone (Gabriele, Antonio e Gennaro) al lavoro c’era anche Raffaele Lionello. Erano gli addetti alla ‘centrale’ con il compito di raccogliere informazioni sulle abitudini quotidiane di vita delle persone, individuare l’indirizzo preciso ed il recapito telefonico. Quando la vittima era caduta nel tranello a casa si presentavano altri esponenti del gruppo. Tale ultimo ruolo era per il gip ricoperto da Lionello, Ciro Guasco, Nicla Mango, Aniello Francescone, Pasquale Vacca, Salvatore martinelli e Domenico Eduardo Di Palo. In alcuni casi le informazioni sulla vittima e suoi familiari erano maggiormente circostanziate ed utilizzate per indurre in errore ancor più facilmente gli anziani. Conoscere ad esempio il nome di un figlio o di un nipote era evidentemente un ‘vantaggio’ per i componenti della presunta gang smantellata ieri mattina. Da oggi per gli arrestati inizieranno gli interrogatori di garanzia in carcere, nei prossimi giorni saranno sentiti invece i due ai domiciliari.   

In piazza a ‘Spaccanapoli’ la base del gruppo

NAPOLI (Maria D’Angelo) – Ieri, presso il Tribunale Penale di Santa Maria Capua Vetere, si è svolta una conferenza stampa indetta dal procuratore Pierpaolo Bruni per illustrare i risultati dell’attività investigativa sulle truffe che hanno preso di mira gli anziani. Un’operazione nata da un modulo di Antonio D’Amato, ex Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere e che, ad oggi, ha portato all’emissione di un’ordinanza di misura coercitiva nei confronti di 10 persone, tutte residenti a Napoli. Si è precisato che l’attività criminosa ha avuto luogo nelle province di Caserta, Salerno, Avellino, Foggia, Frosinone, Barletta, Potenza, Campobasso, Benevento e Napoli. Il comandante dei carabinieri della Compagnia di Caserta, capitano Pietro Tribuzio, ha fornito dettagli sul funzionamento dell’organizzazione criminale: “L’organizzazione aveva un punto d’incontro a Napoli, in una nota piazza nei pressi di Spaccanapoli. Agli esecutori venivano consegnate macchine a noleggio e un cellulare per compiere l’azione. Tutto andava riconsegnato al termine. Il nucleo centrale era costituito da un padre e due figli che rimanevano solo su Napoli per coordinare tutte le operazioni. I principali promotori però, erano i figli”. A quanto emerso, ‘capi’ piuttosto giovani: infatti hanno rispettivamente 32 e 34 anni. Gli organizzatori – la maggior parte dei quali aveva precedenti penali – pagavano una percentuale o una quota fissa per ogni atto criminoso compiuto. Un pagamento “a gettoni”. Uno dei casi citati da Tribuzio durante la conferenza riguarda un arresto avvenuto in flagranza. “I due soggetti si sono introdotti nella casa della vittima. Non trovando contanti né preziosi, i truffatori si sono fatti consegnare buoni postali dal valore di 25.000 euro. Fortunatamente, grazie all’intervento, i buoni non sono stati incassati”. Il tenente colonnello Salvatore Sferlazza, ha aggiunto che la dinamica con cui i truffatori individuavano le vittime non è ancora del tutto chiara, ma probabilmente vi era un’importante attività informativa di possibili complici. “La tecnica principale dell’organizzazione era quella di operare a tappeto in una determinata zona fino a individuare le vittime vulnerabili” ha aggiunto. Durante la conferenza, è stato sottolineato che il danno totale causato dalle truffe ammonterebbe a un valore di 106.000 euro solo in contanti, a cui si aggiungono anche i preziosi sottratti. Le vittime, nella maggior parte dei casi, avevano un’età avanzata, con la vittima più anziana che risultava essere una 93enne. Le forze dell’ordine hanno sottolineato l’importanza di sensibilizzare gli anziani e le loro famiglie riguardo a queste truffe e hanno rassicurato che le indagini continueranno per individuare eventuali complici e garantire la massima sicurezza. 

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