Tumore al polmone, un test del sangue aiuta a prevenirlo

E’ la cosiddetta biopsia liquida, strumento potenziale per individuare la neoplasia ad uno stadio iniziale

Foto LaPresse - Stefano Porta

MILANO – Una semplice puntura sul braccio, nella vena e ‘voilà’ ecco lo screening per conoscere se è in atto il cancro al polmone. Si chiama biopsia liquida’ che si sta dimostrando un valido strumento potenziale per individuare il tumore del polmone ad uno stadio iniziale. Lo afferma il report iniziale del grande studio in atto, CCGA (Circulating Cell Free Genome Atlas), che ha infatti fornito un’evidenza preliminare del fatto che un test del sangue possa essere utile per scoprire il cancro al polmone nella sua fase iniziale.

Il Dna circolante

Si tratta di uno dei primi studi che utilizzano l’esame del Dna circolante come strumento per una diagnosi precoce del cancro. Lo studio è stato presentato al congresso dell’American Society of clinical oncology (Asco).

“Siamo eccitati da questi risultati iniziali, che dimostrano che è possibile individuare questa neoplasia precocemente da campioni di sangue utilizzando il sequenziamento del genoma”, ha affermato il primo autore dello studio, Geoffrey Oxnard, del Dana Farber Cancer Institute-Harvard Medical School di Boston

Il nuovo scenario tumorale in Italia

Ogni giorno circa 1.000 persone ricevono la diagnosi di tumore. E’ un numero importante che testimonia la rilevanza della patologia oncologica e gli sforzi che devono essere fatti in termini di prevenzione primaria per ridurre il rischio di ammalarsi. Il trend di incidenza appare in netto calo negli uomini e stabile nelle donne. Calano i tumori dello stomaco e del colon-retto (riduzione in gran parte attribuibile agli effetti dello screening oncologico, che permette di interrompere la sequenza adenoma-carcinoma) e calano le leucemie.

Tumori del polmone e della prostata in calo

Negli uomini continua il calo dei tumori del polmone e della prostata e nelle donne dell’utero e dell’ovaio. In entrambi i generi continua il trend in crescita dei tumori del pancreas, del melanoma e dei tumori della tiroide (più spiccato tra gli uomini). Continua ad aumentare il tumore del testicolo nei maschi e del polmone e della mammella nelle femmine, ma solo in età 45-49 anni e 70+ (che sono le fasce di età nelle quali si è avuto un ampliamento dello screening programmato).

L’aspetto geografico delle neoplasie

Per quanto riguarda i confronti geografici, si osserva una maggiore uniformità tra l’incidenza registrata nelle regioni del Nord e del Centro Italia in entrambi i sessi rispetto alle regioni del Sud. Qui persistono ancora effetti protettivi legati agli stili di vita ed ai comportamenti. La mortalità continua a diminuire in maniera significativa in entrambi i sessi. Questo è il risultato di più fattori, quali la prevenzione primaria ed in particolare la lotta al tabagismo, la diffusione degli screening su base nazionale.

Negli uomini le sopravvivenze migliori si registrano per i tumori del testicolo, della prostata e della tiroide; nelle donne per tiroide, melanoma e mammella. La sopravvivenza peggiore per entrambi i sessi è a carico del pancreas (meno del 10%).

I dati

Al Nord si registrano valori più elevati rispetto alle regioni del Sud: le sopravvivenze con valori più elevati si registrano in Emilia-Romagna e Toscana sia negli uomini (56%) che nelle donne (65%). Per quanto riguarda la prevalenza sono 3.300.000 le persone vive oggi in Italia con una pregressa diagnosi di tumore. Nei maschi 2/3 sono persone con pregressa diagnosi di tumore della prostata, del colon e della vescica mentre nelle donne oltre il 40% è rappresentato dal tumore della mammella.

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