Tutti i capricci di Mara. Quando le finte questioni di principio fanno perdere credibilità alla politica

Foto LaPresse - Marco Cantile

È dai tempi di Gianfranco Fini, con il suo famoso “Che fai, mi cacci?” rivolto a Silvio Berlusconi, che i politici italiani ci hanno fatto chiaramente capire che le questioni di principio non albergano in Parlamento. Il ‘principio’ viene sempre utilizzato strumentalmente per giustificare questioni di carattere personale. Non ce ne voglia l’onorevole Mara Carfagna, ma la sua posizione sembra sposare appieno questo assunto: fino a ieri totalmente prona e grata al Cavaliere per averla condotta per mano dagli studi televisivi in cui faceva la valletta alle stanze dei bottoni, oggi divenuta all’improvviso baluardo della supercazzola dei “moderati schiavi dei sovranisti” e bla bla bla…

È pervasa dal disagio, dalla sofferenza, Mara. Sensazioni che, manco a dirlo, vengono fuori in un momento di grande difficoltà di Forza Italia. Si sa che la riconoscenza non è pietanza che si trova al desco di chi si districa nel mondo delle ‘poltrone’, allo stesso modo l’avvelenare i pozzi prima di rendere noto il proprio progetto è un agire che irrobustisce la diffidenza con la quale gli elettori guardano ai frequentatori di Montecitorio e di Palazzo Madama.

Eppure Silvio le aveva offerto una candidatura importante, che le avrebbe permesso di occupare un ruolo di primo piano. Ma neanche stavolta la bella e brava Mara si è sentita soddisfatta, declinando l’invito a cimentarsi alle Regionali in Campania – forse consapevole che misurarsi nelle competizioni elettorali non le darebbe grandi soddisfazioni – e preferendo lesionare irrimediabilmente il cordone ombelicale che la lega alle proprie fortune politiche.

E’ ovvio che, con questi presupposti, non ci voglia molto a fare due più due. E la strategia della vicepresidente della Camera dei deputati non è chiara solo a chi è abituato a non vedere: la missione è tirare per le lunghe la sua uscita da Fi e delegittimare quanto più possibile il vero candidato alle Regionali del centrodestra. Prima, ovviamente, di passare armi e bagagli alla corte di Matteo Renzi. Quest’ultimo è accreditato quale vero regista della vicenda, alle prese con un numero elevatissimo di parlamentari che lo seguono, ma con sondaggi che ne decretano lo scarso appeal sull’elettorato. Ma siamo sicuri che Berlusconi se la farà fare da due novellini che lui stesso ha contribuito a far diventare statisti in un circo di nani politici? Siamo sicuri che Mara col suo 2% conquistato nella sua Salerno alle ultime Politiche e Matteo che alla prossima tornata elettorale eleggerà forse un terzo dei parlamentari che ha ora alla sua corte riusciranno ad offuscare davvero il cielo azzurro di Forza Italia? Ma, soprattutto, siamo sicuri che il ‘mandante’ dell’operazione “Forza Italia Viva” sia davvero Renzi? Questo è un interrogativo che avrà risposta a breve: questo stucchevole tira e molla tra Carfagna e Forza Italia non potrà certo durare in eterno. Con le prossime scadenze elettorali alle porte e decisioni importanti da prendere per la sopravvivenza del partito i nodi arriveranno presto al pettine. Nel frattempo, un consiglio a Mara la barricadera: rifletta bene sulle sue scelte, pochi sono sopravvissuti agli strappi. Perché il nemico apprezza sempre il tradimento, mai il traditore.

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