Tutti pazzi per le auto elettriche, in Italia e in Ue +500% nell’era post-Covid

Tutti pazzi per le auto elettriche. Nell'era post-Covid in Italia e in Europa lasciano il segno, ben evidente di un più 500%.

ROMA – Tutti pazzi per le auto elettriche. Nell’era post-Covid in Italia e in Europa lasciano il segno, ben evidente di un più 500%. Il nuovo rapporto ‘Città MEZ 2021’, realizzato da Legambiente in collaborazione con Motus-E, dedicato a come sono cambiate le abitudini e il mercato della mobilità nell’era del post-Covid, e da cui emerge che – in chiave di transizione ecologica – nel nostro Paese c’è un grande aumento di mezzi leggeri anche se resta indietro nel Trasporto pubblico locale sul fronte delle ‘emissioni zero’.

Dall’analisi – che quest’anno hanno preso in considerazione Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli e Bari – viene fuori che “in Italia e in Europa si vendono il 20% di auto in meno del 2019, ma molto di più elettriche” che fanno segnare un +500%. Abbiamo speso in 2 anni quasi 2 miliardi di bonus auto nuove, più dei tedeschi in rapporto alla popolazione, ma avendo incentivato anche diesel e benzina; ad oggi abbiamo su strada quasi 200mila auto a batteria, di cui oltre 100mila elettriche pure contro il milione della Germania”.

Secondo Legambiente e Motus-E “la mobilità a emissioni zero è una realtà nelle città, soprattutto nelle più grandi dotate di linee ferrate, metropolitane e treni urbani”. C’è stato un vero e proprio boom per i mezzi leggeri e l’elettrico. Ma resta molto da fare sul Trasporto pubblico locale. “Il 2021 è stato l’anno dell’impennata dell’elettrico nei mezzi leggeri: scooter, ciclomotori, ma soprattutto i mezzi non targati – viene osservato – almeno un milione e mezzo di cicli elettrici a giugno 2021, di cui oltre 1,2 milioni di e-bike, aumentate di 450mila dal 2019”, e moltissimi monopattini. Per quanto riguarda il Tpl elettrico “l’Italia è davvero molto indietro; è uno tra i principali acquirenti di autobus in Europa” insieme con Polonia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia (che acquistano circa il 70% dei bus urbani europei).

Inoltre “pur avendo stanziato importanti risorse per il ricambio della flotta con il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile, solo il 5,4% delle immatricolazioni nel 2019 era elettrico, mentre in Europa nel triennio 2018-2020 il numero di ordini è triplicato e in Germania l’80% degli investimenti sui mezzi pubblici è stato dedicato a mezzi elettrici a batteria”. Oggi siamo “soltanto allo 0,6% di nuovi autobus a zero emissioni”, anche se la nuova direttiva Veicoli puliti, in recepimento per ottobre 2021, “impone che almeno il 22,5% dei nuovi autobus acquistati siano a zero emissioni fino al 2025 e almeno il 32,5% al 2030”.

Tra le città analizzate, “Torino e Milano prevedono un trasporto pubblico locale a emissioni zero entro il 2030”. Eppure – dicono Legambiente e Motus-E – “l’elettrificazione del Tpl su gomma è importante per il processo di decarbonizzazione dei trasporti: si calcola che ogni 1.000 autobus elettrici a batteria si risparmiano 500 barili di diesel al giorno; nel 2020 in Europa, con l’uso di mezzi pubblici elettrici si è evitato di bruciare 279mila barili di diesel al giorno, equivalenti al consumo della Grecia.

di Tommaso Tetro

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