Ucraina, Draghi: “Sanzioni ma evitare guerra nel cuore dell’Europa”. Non c’è ancora data per Mosca

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Mario Draghi

ROMA“Evitare una guerra nel cuore dell’Europa”. Tra Mosca e Kiev il livello di tensione è alle stelle dopo la scelta unilaterale di Vladimir Putin di annettere i territori del Donbass e Mario Draghi trascorre la giornata in “costante contatto” con gli alleati. L’obiettivo, condiviso anche nel corso di una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, è quello di “trovare una soluzione pacifica alla crisi”.

Il premier, aprendo il suo intervento a palazzo Spada per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di Stato, esprime la “più ferma condanna per la decisione del governo russo. Si tratta, scandisce, “di una inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Gli scambi sono in corso e se la via del dialogo resta “essenziale”, Draghi anticipa come in ambito Ue si stiano già definendo “misure e sanzioni” nei confronti della Russia.

Il viaggio del presidente del Consiglio a Mosca, annunciato come imminente nei giorni scorsi – dicono da palazzo Chigi – “non ha ancora una data definita”. Domani, intanto – non senza qualche polemica da parte delle opposizioni – sarà il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a presentarsi in Parlamento (alle 12 a palazzo Madama e alle 16 a Montecitorio) per un’informativa urgente sulla crisi. FdI chiede a gran voce che a parlare ai parlamentari sia Draghi e alla fine Federico D’Incà comunica a Roberto Fico che il riferirà alla Camera la prossima settimana.

Anche il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), intanto, rinnova “l’invito al Presidente del Consiglio dei ministri a intervenire in audizione, anche in relazione alla grave crisi in corso in Ucraina e le possibili ricadute sulla sicurezza nazionale del Paese”.

In attesa che l’Ue definisca le sanzioni, i partiti di maggioranza si mostrano più o meno freddi rispetto alla linea da seguire. Dopo il silenzio di ieri, anche Matteo Salvini dice la sua su quanto sta accadendo tra Mosca e Kiev. “Se condanno le azioni di Putin? Io condanno ogni lesione dei confini. Io ho difeso quelli italiani, figuriamoci se non difendo quelli stranieri”, taglia corto, sottolineando però come le sanzioni siano “l’ultima opzione”.

Il leader del Carroccio dice di tifare “per la pace e il dialogo”, poi, sottolinea, “se c’è un’alleanza che fa una scelta, è chiaro che se siamo membri di quella alleanza sosteniamo quella scelta sperando che non abbia l’Italia l’agnello sacrificale perché nelle scorse sanzioni contro la Russia qualcuno ci ha guadagnato e qualcuno ci ha perso”.

Salvini non risparmia nemmeno una frecciatina alla diplomazia italiana. “Domani ascolterò il ministro Di Maio. Io spero che l’Italia torni ad essere protagonista all’estero, negli ultimi anni non lo siamo stati”, attacca. E se il Pd resta per la linea della “fermezza”, Giuseppe Conte rimane tiepido: “Siamo favorevoli alle sanzioni, valutiamo il nostro interesse nazionale ma una risposta in termini di sanzioni ci sta tutta”, dice, invitando però a “mai abbandonare la linea di dialogo”.

Resta all’attacco Giorgia Meloni che spera in una “de-escalation” ma punta il dito contro Roma e Bruxelles: “Abbiamo assisto nelle scorse settimane a iniziative unilaterali della Francia, della Germania con l’Italia non pervenuta – rimarca – e non c’è stata una iniziativa dell’Ue che, in questa situazione, per il suo coinvolgimento e per il ruolo geopolitico che gioca poteva rappresentare un elemento di cerniera”.(LaPresse)

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