Ucraina, Kiev: “Russi si preparano a lasciare Zaporizhzhia”. Stoltenberg: “Putin usa l’inverno come arma”

Potrebbe esserci un cambio di scenario inaspettato per quanto riguarda la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, al centro di accuse reciproche da parte di Mosca e Kiev per gli attacchi che, spesso sempre più vicini, aumentano il rischio di danni all'impianto con conseguenti fughe radioattive.

Lo stabilimento di Zaporizhzhia si trova nell'Ucraina meridionale, vicino alla città di Enerhodar, sulle rive del fiume Dnepr. È una delle 10 centrali nucleari più grandi del mondo. Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda di bombardare la più grande centrale nucleare d'Europa, alimentando i timori internazionali di una catastrofe nel continente. (Servizio stampa del ministero della Difesa russo tramite AP, file)

Potrebbe esserci un cambio di scenario inaspettato per quanto riguarda la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, al centro di accuse reciproche da parte di Mosca e Kiev per gli attacchi che, spesso sempre più vicini, aumentano il rischio di danni all’impianto con conseguenti fughe radioattive. I russi potrebbero decidere di lasciare la centrale sotto il controllo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Lo ha riferito Petro Kotin, presidente di Energoatom, l’operatore per l’energia nucleare in Ucraina. “Ci sono stati segnali che potrebbero lasciare la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Ci sono state molte pubblicazioni sulla stampa russa sul fatto che la centrale di Zaporizhzhia potrebbe essere lasciata e consegnata al controllo dell’Aiea”, ha detto Kotin che, allo stesso tempo, ha osservato che, al momento, non sembrano esserci ancora segni da parte dei russi di voler lasciare la centrale. Secondo il presidente di Energoatom, le truppe russe presenti nell’impianto hanno proibito al personale della centrale di lasciare il territorio sotto il controllo del governo ucraino. Kotin ha anche osservato che il direttore generale dell’Aiea, Rafael Grossi, sta lavorando attivamente alla creazione di una zona di sicurezza attorno alla centrale di Zaporizhzhia.

Resta, comunque, problematica la situazione energetica a seguito degli attacchi russi alle infrastrutture critiche. Attacchi che il consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak ha definito “semplicemente fascismo del 21° secolo” perché “non influiscono sulla guerra al fronte e terrorizzano le città civili”. Gli attacchi sono stati condannati fermamente anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, secondo cui “Putin sta cercando di usare l’inverno come arma”. Per Stoltenberg il presidente russo Vladimir Putin “reagisce alle sconfitte con più brutalità”, ma “non avrà successo nella sua strategia”. Il segretario generale della Nato ha ribadito l’impegno a sostenere Kiev perché “il modo migliore per sostenere la pace è sostenere l’Ucraina”. Stoltenberg ha poi sottolineato che se Putin vincesse la guerra, lui e altri despoti continuerebbero a usare la violenza per raggiungere i loro obiettivi. “Può significare più guerra e più sofferenza. Ciò renderebbe il nostro mondo ancora più pericoloso. È nel nostro interesse che l’Ucraina prevalga”, ha commentato Stoltenberg.

Mentre l’operatore Ukrenergo ha reso noto che ci sono stati dei piccoli progressi, riferendo che è stato ripristinato circa l’80% del fabbisogno energetico, il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, ha risposto indirettamente alle critiche del presidente ucraino Volodymyr Zelensky secondo cui nella capitale ucraina si poteva fare di più per i cosiddetti ‘punti di invincibilità’, i presidi sul territorio che garantiscono tutti i servizi di base. Klitschko, ha spiegato di non volere “battaglie politiche”, sottolineando però che non ci devono essere “manipolazioni”. “La città ha fornito più di 400 generatori per far funzionare questi punti. Altri 100 generatori sono stati forniti da volontari e organizzazioni di beneficenza. Inoltre, la città riceverà presto 12 caldaie modulari mobili, che ha ordinato appositamente per i punti di riscaldamento. Non voglio, soprattutto nella situazione attuale, entrare in battaglie politiche. È ridicolo”, ha affermato Klitschko.

Continuano, intanto, gli attacchi russi nel Donetsk, dove è stata registrata la morte di diversi civili e dove l’amministrazionie militare ha rinnovato l’invito ai residenti a lasciare la regione a causa dei ripetuti bombardamenti delle truppe di Mosca. Bombardamenti che stanno costingendo anche i residenti di Kherson a lasciare la città da poco liberata. Il pericolo continuo e la mancanza di acqua, luce e riscaldamento, rendono sempre più difficile la permanenza nella città, come spiegato da Galina Lugova, capo dell’amministrazione militare di Kherson che ha assicurato: “faremo di tutto per mettere al sicuro le persone”.

di Mattia Mallucci

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