Ue, rivolta contro Orban nel Ppe: i partiti chiedono l’espulsione

Intollerabile, per i promotori, la campagna "anti-Bruxelles", contro il presidente della Commissione Ue Juncker e il filantropo statunitense Soros

Hungarian Prime Minister and Chairman of FIDESZ party Viktor Orban delivers his state of the nation speech in front of his party members and sympathizers at Varkert Bazar cultural center in Budapest on February 18, 2018. / AFP PHOTO / Attila KISBENEDEK

MILANO – I presidenti di tre partiti membri del Partito popolare europeo (Ppe) hanno scritto al suo leader chiedendo l’espulsione di Fidesz del premier ungherese Viktor Orban. A far traboccare il vaso, l’ultima campagna antieuropea del governo di Budapest. Proprio a quest’ultima ha risposto intanto la Commissione europea, con una lettera che replica – e smentisce – punto per punto le ‘accuse’ ungheresi sul tema dell’immigrazione.

I partiti chiedono l’espulsione del premier ungherese Orban

Secondo fonti citate dai media francesi, almeno altri tre partiti del Ppe sarebbero pronti ad appoggiare la richiesta di espulsione. Richiesta che arriva a tre mesi dalle elezioni europee.

La domanda di espulsione è stata presentata dai presidenti del partito cristiano democratico (Cdu), Maxime Prévot, e dal collega dei Cristiano democratici e fiamminghi Wouter Beke, entrambi belgi. Con loro il lussemburghese Frank Engel, del Partito popolare cristiano sociale (CSV). Potrebbero seguire, scrivono i media francesi, il Partito socialdemocratico portoghese, l’olandese Cda, così come un’adesione dalla Svezia.

Al premier si contesta la campagna antieuropeista

Intollerabile, per i promotori, la campagna “anti-Bruxelles”, contro il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, e il filantropo statunitense, George Soros, chiamata ‘Avete il diritto di sapere che cosa Bruxelles prepara’. Per Budapest, l’Ue vuole “facilitare le migrazioni con visti migratori”, “dare più denaro alle organizzazioni che favoriscono le migrazioni”, “lanciare programmi di migrazione sperimentale con i Paesi africani”. E ancora “mettere in atto quote di redistribuzione obbligatorie” dei rifugiati.

Le tensioni in seno al Ppe

“Sì, questa campagna è la goccia di troppo, è scandalosa. Sono anni che esprimiamo malessere sul Ppe com’è oggi, a un certo punto bisogna saper fare delle scelte”. Lo ha dichiarato Prévot al sito belga di Le Soir. Intanto la Commissione ha risposto alla campagna antieuropea di Orban, pubblicando un elenco che smentisce punto per punto le posizioni di Budapest.

La risposta di Bruxelles

Per il braccio esecutivo europeo, la campagna “distorce la verità” con affissioni, inserzioni sui giornali. Nonché con una lettera del premier Orban ai cittadini del suo Paese. “Le affermazioni fatte dal governo ungherese sono, nella peggiore delle ipotesi, quantomeno effettivamente scorrette, nella migliore molto fuorvianti”, ha affermato la Commissione. La portavoce Mina Andreeva ha aggiunto: “Ci dispiace doverlo fare, ma riteniamo che il popolo ungherese meriti la verità su ciò che facciamo”.

(LaPresse)

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