Ue, rompicapo per il prossimo commissario italiano. Salvini indica una rosa di nomi a Conte

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Matteo Salvini, Giuseppe Conte

ROMA – Il prossimo commissario europeo nominato dall’Italia? Il suo nome resta avvolto dal mistero. E forse lo rimarrà per diversi giorni, potenzialmente sino a fine agosto, quando si dovrà uscire allo scoperto e la presidente Ursula von der Leyen presenterà la sua squadra. Il premier Giuseppe Conte e la stessa von der Leyen ne hanno parlato durante un bilaterale a Palazzo Chigi, ma il nodo sembra lontano dall’essere sciolto.

Il problema è che ci sono almeno tre piani da considerare per risolvere questo rebus con soluzione finale a Bruxelles. Il primo livello, naturalmente, è proprio quello europeo. La nuova Commissione di von der Leyen dovrà essere rappresentata da almeno il 50% di donne. Sono più deboli, quindi, le candidature maschili. Secondo piano, quello nazionale: Conte chiede che a indicare i nomi sia il partito vincitore delle elezioni europee dello scorso maggio, cioè la Lega.

Si arriva, così, al terzo e ultimo livello, quello del Carroccio. Matteo Salvini, dopo le pressioni di Conte, ha fornito una rosa di nomi, su cui per il momento c’è il massimo riserbo: nello staff del Capitano le bocche restano cucite. Il vicepremier leghista sa bene che, qualunque nome uscisse, passerebbe al tritacarne politico in Italia e dopo, in Europa, potrebbe essere fermato dai deputati di Strasburgo.

Non è poi chiarissimo se Roma potrà indicare il nuovo responsabile alla Concorrenza, altro motivo che spinge la Lega alla riservatezza. Ricevendo von der Leyen, il premier Conte ha ribadito: “Rivendichiamo un portafoglio economico di primo piano, perché riteniamo sia adeguato alle ambizioni e alle responsabilità che l’Italia vuole assumersi in questa legislatura”. Ma von der Leyen, pubblicamente, non ha fatto alcun cenno alla questione.

La strategia di Salvini, quindi, è tenere le carte coperte, presentando a Conte diverse opzioni anche in base al portafoglio che verrà realmente prospettato. Con Giancarlo Giorgetti ritiratosi dalla corsa, il più papabile per la Concorrenza sarebbe il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia, già assessore in Lombardia. E’ un leghista di lunga data, dal piglio deciso e dalla preparazione solida, dimostrata durante le estenuanti sessioni della scorsa legge di Bilancio. I nomi di Claudio Borghi, portabandiera dell’ala euroscettica della Lega, o del neoministro agli Affari europei Lorenzo Fontana, invece, sembrano meno spendibili.

Se, però, la delega fosse all’Agricoltura, un buon candidato potrebbe essere il ministro Gian Marco Centinaio. Più difficile, invece, risolvere il rompicapo con la variabile declinata al femminile. Nei Palazzi si fa spesso il nome di Giulia Bongiorno, ministra alla Funzione pubblica con un’inattaccabile preparazione giuridica. Ma se il portafoglio dovesse veramente essere economico, forse bisognerebbe cercare altrove, e magari pescare tra volti meno noti.

Spulciando il database dei rappresentanti del Carroccio alla Camera, spuntano curricula interessanti. Come quello di Silvia Covolo: doppia laurea, in giurisprudenza ed economia, avvocato, membro della commissione banche appena istituita. Un nome lontano dai riflettori, com’era quello di Alessandra Locatelli, indicata da Salvini qualche giorno fa per il ministero della Famiglia. (LaPresse)

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