Università: Bolzano, affitti alle stelle e pochi studentati, 30% rinuncia a studi

Il futuro di Bolzano come città universitaria è a rischio, e con esso anche la crescita stessa del capoluogo altoatesino

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse Evento contro al guerra in Ucraina indetto dall’università della Sapienza Nella Foto : l’incontro in aula magna del Rettorato Photo Cecilia Fabiano/ LaPresse March , 02 2022 Rome (Italy) News : Convention against the war organized by the University of Lazio region In The Pic : the debate after the demonstration

BOLZANO – Il futuro di Bolzano come città universitaria è a rischio, e con esso anche la crescita stessa del capoluogo altoatesino. A lanciare l’allarme è il direttore dell’Università cittadina, Günther Mathà. Alla base c’è un problema di alloggi: troppi pochi quelli messi a disposizione dal settore pubblico tramite gli studentati, troppo costosi quelli proposti dai privati. La gran parte degli studenti che scelgono l’Università di Bolzano infatti viene da fuori. L’ateneo è relativamente giovane (è stato fondato nel 1997), ma può contare su un’ottima rete di job placement con le aziende della zona, anche grazie all’insegnamento trilingue (inglese, tedesco ed italiano). Il risultato è che alla costante crescita di studenti degli ultimi anni (oggi sono più di 4mila) non sono seguiti altrettanti investimenti in termini di posti letto: gli ultimi due studentati costruiti sono il Riegler nel 2010 (91 posti) e l’Univercity nel 2009 (148). Il collo di bottiglia è evidente: secondo l’associazione universitaria sudtirolese Sh.Asus, il 30% dei giovani che superano il test d’ingresso sono poi costretti a rinunciare proprio per l’impossibilità di trovare un alloggio.

“I posti nei dormitori scarseggiano, e il libero mercato immobiliare è fallito” commenta il presidente dell’associazione Julian Niklaus Rensi. Chi cerca un posto letto tramite un privato può arrivare a spendere anche 600 euro per una singola stanza. Per una camera in studentato ce ne vogliono circa 300. La questione è tornata prepotentemente d’attualità in questi giorni, in concomitanza con l’inaugurazione di un nuovo corso di laurea in Scienze enogastronomiche di montagna (con la collaborazione dello chef tristellato Norbert Niederkofler) e soprattutto con la posa della prima pietra della nuova Facoltà di Ingegneria presso il Noi Techpark, a Bolzano sud. Il polo sarà attivo dal 2024 e dovrebbe attrarre, secondo le stime di UniBz, circa 800 studenti. L’area, di proprietà della Provincia, è già oggi sede di istituti di ricerca, laboratori scientifici, aziende e startup, e promette di crescere ancora.

Anche nell’ottica di una stretta collaborazione tra imprese e Università, il progetto della Facoltà di Ingegneria è fortemente caldeggiato dagli imprenditori locali: “Per affrontare le sfide di oggi servono menti brillanti e giovani talenti motivati. In questo senso, ci impegniamo per creare offerte formative fortemente orientate alle esigenze del mondo del lavoro locale e in grado di garantire ai giovani le migliori condizioni e opportunità di sviluppo” commenta il presidente di Assoimprenditori Alto Adige Heiner Oberrauch. In occasione della cerimonia però, il rettore dell’Università Paolo Lugli è tornato sul tema alloggi, definendolo “il principale fattore limitante per la crescita del nostro ateneo, perlomeno in termini quantitativi”. Secondo Lugli, una svolta potrebbe arrivare solo se Comune e Provincia appoggiano la costruzione di nuovi studentati. Rassicurazioni in questo senso arrivano dal presidente altoatesino Arno Kompatscher: “Grazie al Pnrr potremo costruire due nuovi studentati. Inoltre, con una modifica alla legge provinciale sull’urbanistica incentiveremo anche i privati a costruire nuovi alloggi per studenti”. Ne va del futuro della Libera Università di Bolzano.

(LaPresse)

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