ANCONA – Il camionista Claudio Pinti, 36 anni, è stato rinchiuso nel carcere di Montacuto, in provincia di Ancona. E’ accusato di lesioni dolose gravissime. Occupa la stessa cella in isolamento che era stata assegnata a Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano accusato di aver ucciso Pamela Mastropietro: il cadavere della vittima, 18 anni appena, venne rinvenuto smembrato in due trolley nelle campagne del Maceratese.
I detenuti della casa circondariale lo avrebbero minacciato
Pinti sarebbe stato oggetto di minacce da parte degli altri detenuti della casa circondariale, tanto che il suo legale ha richiesto gli arresti domiciliari. Il suo arresto è scattato a seguito della denuncia presentata alle forze dell’ordine dalla ex compagna: avrebbe nascosto alla donna di essere siero positivo all’Hiv, e le avrebbe trasmesso l’infezione con rapporti non protetti. Critiche al comportamento di Pinti sono state postate da numerosi utenti anche sulla pagina social dell’uomo. Il caso ha suscitato grande clamore e polemiche.
Avrebbe avuto incontri non protetti con 228 persone
Intanto le forze dell’ordine hanno scelto di diffondere la foto dell’uomo per chiedere a quanti hanno avuto rapporti con il 36enne di farsi avanti. In Questura stanno arrivando le prime telefonate. Sarebbero 228 le persone che avrebbero avuto incontri con il camionista. Al vaglio degli investigatori anche i cellulari, tablet e altri apparecchi informatici nella disponibilità dell’uomo: saranno analizzate le telefonate effettuate e le chat. Diverse le persone che il camionista avrebbe conosciuto sui social e sui siti di incontri.