Usa 2020, dibattito-rissa per i Dem: Bloomberg ne esce malandato

Foto Rick Bowmer in foto Michael Bloomberg

MILANO – La prima volta di Michael Bloomberg in un dibattito Dem potrebbe coincidere con l’inizio del suo affossamento nella corsa alle presidenziali degli Stati Uniti. L’ex sindaco di New York è stato il bersaglio di una raffica di attacchi da parte degli altri candidati alle primarie, capeggiati dalla senatrice Elizabeth Warren. La candidata progressista lo ha bersagliato nei suoi punti deboli più esposti: come miliardario e architetto di politiche di ‘profilazione’ razziste e discriminatorie, autore di commenti misogini e sessisti, artefice di ‘accordi di riservatezza’ con delle ex dipendenti su accuse di molestie sessuali (che lui non intende sciogliere).

Una settimana fa, il senatore progressista Bernie Sanders è uscito vincitore dalle primarie in New Hampshire, mentre il Nevada voterà sabato e South Carolina il 29 febbraio. Poi arriverà il Super Tuesday, dove nello stesso giorno voteranno una decina di Stati, con in ballo circa un terzo dei delegati necessari a vincere la nomination. Su questo appuntamento conta Bloomberg, per cui il nono dibattito a Las Vegas è stato il primo cui abbia preso parte dopo aver evitato le primarie in Iowa e New Hampshire ma aver speso 400 milioni di dollari per pubblicità in tv, radio e online. Secondo Van Jones di Cnn, per l’ex sindaco il dibattito è stato un disastro: “E’ entrato come il Titanic, una macchia multimiliardaria come il Titanic. E ha incontrato l’iceberg Elizabeth Warren”.

La corsa, ha attaccato Warren, è contro un “miliardario che chiama le donne ciccione e lesbiche faccia di cavallo, e no, non sto parlando di Donald Trump, ma del sindaco Bloomberg”. Ha aggiunto: “I democratici non vinceranno, se avranno un candidato con una storia di segreti sulle dichiarazioni fiscali, molestie alle donne, appoggio a politiche razziste”, “si prendono un grosso rischio se sostituiscono un arrogante miliardario con un altro arrogante miliardario”.

Grazie al confronto in tv, la senatrice ha ottenuto un picco nelle donazioni in suo favore, dopo che aveva chiesto ai sostenitori di appoggiarla a seguito del quarto posto avuto in New Hampshire. Sanders, intanto, ha dovuto difendere le sue posizioni socialiste e la sua salute, dopo che l’anno scorso ha sofferto di un attacco cardiaco. Bloomberg ha accusato Biden di essere “il più noto socialista del Paese ma possessore di tre case” e Pete Buttigieg, il 38enne ex sindaco dell’Indiana, ha accusato l’ex vice presidente di “distruggere” il partito democratico e il miliardario di volerselo comprare.

L’aggressività del dibattito evidenzia la difficoltà dei Dem di unirsi su una candidatura

Candidati e leader del partito temono possa emergere un nome che non riesca a costruire una coalizione vincente per sconfiggere Trump. Dall’altro campo, quello repubblicano, il magnate ha tentato di rubare la scena di democratici. Anche lui, attaccando Bloomberg. “La performance di Mini Mike questa notte è stata forse la peggiore nella storia dei dibattiti, e ce ne sono stati di brutti”, ha twittato, “non c’è alcuna chance che tu vinca la nomination, ma io lo spero!”.

Bloomberg gli ha risposto ore dopo, quando uno stretto alleato del magnate è stato condannato a 40 mesi di detenzione per accuse di falsa testimonianza e ostruzione alla giustizia nell’ambito del Russiagate: “Non dovresti perdonare Roger Stone, #CarnivalBarkingClown?”. (LaPresse)

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