Usa, è morto il diplomatico Jow Wilson: mise in dubbio i motivi della guerra in Iraq

Lo riportano i media Usa, citando come fonte la ex moglie Valerie Plame

©BALDWIN/REFLEX/LAPRESSE

MILANO – È morto venerdì all’età di 69 anni Joe Wilson, ex diplomatico Usa noto per aver messo in dubbio le presunte informazioni di intelligence che furono usate per giustificare l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti nel 2003. Lo riportano i media Usa, citando come fonte la ex moglie Valerie Plame, che riferisce che Wilson è deceduto a Santa Fe, in Nuovo Messico.

L’attività di Jow Wilson

Nel 2003, Wilson si recò in Niger per indagare sulle accuse secondo cui l’allora leader iracheno Saddam Hussein aveva provato ad acquistare uranio, che poteva essere usato per realizzare armi nucleari. Successivamente affermò, dalle colonne del New York Times, che l’amministrazione Usa di George W Bush aveva distorto le informazioni di intelligence. Per giustificare il fatto di andare in guerra in Iraq. Pochi giorni dopo, fu rivelato che Plame era in realtà un’agente della Cia sotto copertura. E Wilson accusò così funzionari dell’amministrazione e politici di avere messo la sua famiglia a rischio.

Lo scandalo per l’amministrazione Bush

La rivelazione del nome di Plame come agente sotto copertura diventò uno scandalo per l’amministrazione Bush. E portò alla condanna del vice aiutante del presidente Scooter B. Libby, con le accuse di aver mentito agli inquirenti e di ostruzione della giustizia. Libby è stato graziato da Trump nel 2018. Plame e Wilson si erano trasferiti a Santa Fe nel 2007 con i figli gemelli e avevano poi divorziato nel 2017.

(LaPresse)

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