Vaccini, Abrignani (Cts): “Obbligo impraticabile. Tamponi gratis? Condono per no vax”

Se il Green Pass divide l'Italia, il Comitato Tecnico Scientifico ha le idee chiarissime

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – Se il Green Pass divide l’Italia, il Comitato Tecnico Scientifico ha le idee chiarissime: lo strumento va usato il più possibile, perché la variante Delta corre e infetta tre volte più del ceppo Wuhan, occorre convincere più persone possibili a vaccinarsi ma introdurre l’obbligo, al momento, sarebbe impossibile.

E’ Sergio Abrignani, immunologo della Statale di Milano e membro del Cts, a spiegarlo: “L’obbligo vaccinale è impraticabile in questo momento. Occorrerebbe mandare l’infermiere con il carabiniere a casa di un milione di persone no vax convinte, non è facile”. L’Italia al momento ha la circolazione più contenuta in Europa, la curva epidemiologica è in decrescita ma la variante Delta è “un’emergenza”, insiste.

L’immunologo conta che alla fine del mese l’80% delle persone vaccinabili sarà vaccinato e che 45 milioni di italiani saranno immunizzati all’inizio di ottobre. “Tolti gli under 12, restano 10 milioni di persone e siamo convinti che la maggior parte riusciremo a convincerli con il Green Pass”, scommette. I vaccini funzionano, ricorda: “Nelle Rsa il virus sta girando di nuovo ma la situazione è sotto controllo”.

Poi risponde al leader della Cgil, Maurizio Landini, che propone di rendere gratuiti i tamponi per i lavoratori non vaccinati che hanno bisogno del Green Pass dal 15 ottobre. Per Abrignani, sarebbe un assist intollerabile ai no-vax: “Chi va al lavoro non vaccinato mette a rischio la sicurezza degli altri. Offrire la chance di non vaccinarsi e non pagare il tampone è come offrire un condono all’evasore fiscale”, è la provocazione.

Landini ricorda di aver assicurato al governo pieno appoggio se avesse introdotto l’obbligo del vaccino, ma l’esecutivo “ha scelto la strada del Green Pass e la nostra preoccupazione è che mettendo sullo stesso piano i due strumenti, il vaccino e il tampone, nei luoghi di lavoro si possano determinare divisioni – tuona il leader della Cgil -. Considero sbagliato in questa fase introdurre il concetto che per lavorare bisogna pagare”.

di Maria Elena Ribezzo

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