Vaccini, Lombardia apre a senzatetto e irregolari: polemiche al Pirellone

Foto LaPresse - Claudio Furlan

MILANO – Dai primi di giugno la Regione Lombardia aprirà le vaccinazioni a irregolari e senzatetto seguendo, come per tutti, il criterio delle fasce di età. Ad annunciarlo è stato il vicedirettore della direzione Welfare, Marco Salmoiraghi, in commissione sanità al Pirellone. Le Ats si metteranno in contatto con le associazioni di volontariato per capire quante saranno le persone coinvolte da questa campagna e come portarla avanti dal punto di vista delle somministrazioni, che dovrebbero riguardare in particolare il vaccino monodose Janssen di Johnson&Johnson.

Mentre stanno scaldando i motori i 40enni. Inizialmente prevista a partire dalla mezzanotte, la possibilità di prenotare il vaccino anticovid è stata anticipata di qualche ora. Sono 1.211.996 in totale gli appartenenti a questa classe d’età e, con un’ipotesi di adesione al 70%, saranno circa 850mila coloro che aderiranno. Mentre dal 27 maggio toccherà ai trentenni. Certo è che l’apertura di Palazzo Lombardia sulle dosi di vaccino anti-Covid ai migranti senza permesso di soggiorno, che finora non riuscivano ad accedere al portale per un problema legato al codice fiscale temporaneo, e agli homeless scatena la bagarre in commissione Sanità.

“Una decisione assurda, oltre che un autentico schiaffo a tutti coloro che pazientemente stanno attendendo in coda il loro turno per vaccinarsi. Penso ai commercianti provati da un anno di chiusure, alle cassiere dei supermercati sempre in prima linea, ai ragazzi che si sono visti portare via un anno di vita e socialità: tutti scavalcati da extracomunitari irregolari, per la gioia dei buonisti già pronti a esultare”, sbotta la presidente del gruppo Misto, Viviana Beccalossi.

Di tutt’altro avviso il capodelegazione del Pd in commissione sanità, Samuele Astuti, secondo cui “finalmente la Regione ha raccolto la nostra reiterata sollecitazione a vaccinare gli immigrati irregolari e i senza fissa dimora. Nonostante questo, la consigliera Viviana Beccalossi ha avviato una sterile polemica, invocando un presunto diritto di precedenza degli italiani e definendo il provvedimento uno ‘schiaffo a chi attende’”.

Gli fa eco Gregorio Mammi, consigliere pentastellato. Che sbotta: “Siamo tutti esseri umani dentro una pandemia mondiale che ha bloccato le nostre vite, falciato i nostri nonni, ucciso i sogni di piccoli e medi imprenditori e qualche politico regionale è ancora qui oggi a farne una questione razziale, personale, bieca. Andiamo avanti con le vaccinazioni. Bene se le associazioni di volontariato vorranno aiutare la campagna vaccinale per homeless e migranti irregolari, meritiamo tutti di riprenderci le nostre vite”.

Intanto, si apre un altro fronte in Lombardia. I tamponi ai familiari in visita agli ospiti delle Rsa a livello regionale saranno a carico del Servizio sanitario regionale. “Bene, ma finalmente! Ho dovuto sollecitare ancora una volta l’assessorato e solo allora la direzione generale ha diramato una nota in cui avvisa le Ats”, sottolinea Carlo Borghetti, vicepresidente dem del Consiglio regionale.(LaPresse)

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