Varese, botte e abusi sui figli: arrestata la madre. Il pm: “Tutti sapevano”

"Tutti vedevano. E nessuno ha denunciato", afferma la procuratrice della Repubblica Daniela Borgonovo

MILANO – Una giovane madre è stata arrestata dalla squadra mobile di Varese per maltrattamenti e violenze sui figli di 10, 7 e 4 anni. Le accuse sono tremende. Avrebbe anche costretto la primogenita ad avere rapporti sessuali con il padre, che è stato allontanato dalla famiglia. Come se non bastasse la donna, 30enne, assisteva agli abusi. In particolare ad essere presa di mira era la mezzana, affetta da disabilità, denigrata, umiliata, picchiata e insultata tutto il giorno dal genitore.

L’avvio dell’indagine

L’indagine, condotta dalla polizia, è stata coordinata dalla procuratrice della Repubblica Daniela Borgonovo. “La cosa più grave – spiega la pm – è che tutti sapevano, insegnanti e assistenti sociali”. I lividi sui corpicini erano presenti da almeno un anno.

Tutti sapevano la verità ma nessuno ha denunciato

“Tutti vedevano. E nessuno ha denunciato. Anzi, si è chiesto alla madre se sapeva la ragione di quei lividi, così inquinando le prove e rendendo estremamente difficoltosa l’indagine penale – afferma Borgonovo -. Mi chiedo se oltre al reato di omessa denuncia, non si debba ravvisare un concorso per omissione in chi aveva l’obbligo giuridico di impedire l’evento, risparmiando ai bambini un anno di sofferenze”. E’ una vera e propria casa dell’orrore quella descritta dagli investigatori. Le violenze sono avvenute all’interno delle mura domestiche, nella totale omertà e indifferenza dei conoscenti della coppia.

Il caso che ha scosso Varese

Il panorama che emerge dalle intercettazioni è desolante. In un episodio il bimbo di 4 anni, per imitare la madre, avrebbe preso a calci la sorellina disabile, caduta a terra dopo le percosse dell’adulta. Quest’ultima, soddisfatta, avrebbe plaudito il figlio, sputando e insultando contro la vittima innocente. Il caso ha scosso la procura di Varese, sensibile al tema tanto da avere a disposizione tre giudici specializzati. “Eppure non si denuncia, così non va bene”, commenta ancora la pm. I minori sono stati affidati a una comunità protetta e il padre è stato sottoposto al divieto di avvicinamento.

(LaPresse/di Ester Castano)

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