Venezuela, Guaidò si appella alla Comunità internazionale per fermare Maduro “con ogni mezzo”

LAPRESSE / AFP

CARACAS – Il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidò fa appello alla Comunità internazionale per mantenere “tutte le opzioni aperte” nella lotta per cacciare il presidente Nicolas Maduro.

L’appello di Guaidò

Arriva dopo una turbolenta giornata in cui una campagna di aiuti umanitari sostenuta dagli Stati Uniti da inviare in Venezuela ha incontrato una forte resistenza da parte delle forze di sicurezza, che hanno sparato lacrimogeni sui manifestanti lasciando almeno due morti e circa 300 feriti. Ieri sera il leader dell’opposizione proclamatosi presidente ad interim ha twittato: “Gli eventi di oggi mi hanno obbligato a prendere una decisione: proporre in modo formale alla Comunità internazionale di mantenere tutte le opzioni disponibili per liberare questo Paese, che lotta e continuerà a lottare”.

L’incontro con gli Usa

Guaidò ha detto che incontrerà domani il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence, nel vertice d’emergenza dei ministri degli Esteri del gruppo di Lima sulla crisi del Venezuela nella capitale colombiana Bogotà.

Quattro morti

Intanto Alfredo Romero, direttore della Ong Foro Penal, dichiara che nelle ultime ore sono almeno quattro persone morte a Santa Elena de Uairen, località a 20 chilometri dal confine con il Brasile, uccise dai ‘colectivos’ (gruppi irregolari chavisti) che sparano sui manifestanti, e 18 sono rimaste ferite.

Gli scontri

Scontri fra la Guardia Nazionale venezuelana e manifestanti oppositori stamane anche a Urena, località dello Stato di Tachira sulla frontiera con la Colombia. I manifestanti cercano di raggiungere il ponte che porta a Cucuta, e le forze dell’ordine rispondono con cariche e lacrimogeni.

Il monito di Trump

“Vergognose violazioni dei diritti umani da parte di Maduro e coloro che stanno eseguendo i suoi ordini non resteranno impunite”, dice la Casa Bianca all’indomani dell’uccisione di due indigeni Pemon da parte dei militari venezuelani a Kumarakapay, a poca distanza dalla frontiera con il Brasile. Washington, riporta il Guardian, ha inoltre esortato le forze armate venezuelane a permettere l’ingresso di aiuti umanitari nel Paese.

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