Verona, anziana uccisa in casa: arrestato 70enne con cui si frequentava

Il cadavere dell'anziana fu trovato dal figlio lo scorso 4 giugno legato al termosifone con una corda avvolta intorno al collo. La polizia ebbe subito dei dubbi sul suicidio: era una messa in scena

Pietro Di Salvo
Pietro Di Salvo

VERONA – La donna rinvenuta senza vita il 4 giugno scorso sarebbe stata ammazzata dall’uomo con cui aveva una relazione. Fernanda Paoletti, 77 anni, la vittima dell’omicidio avvenuto dieci giorni fa a Verona fu uccisa nella sua abitazione. Oggi la Squadra mobile ha scoperto il presunto autore del delitto, Pietro Di Salvo, 70 anni, che abita nelle vicinanze e con il quale la donna, separata da diversi anni, aveva una relazione.

L’arrestato risponde di omicidio aggravato

Omicidio aggravato l’ipotesi di reato a carico dell’anziano. Il 70enne si trova ricoverato in ospedale e nel nosocomio è in stato di arresto. Secondo una prima ricostruzione operata dalla polizia, la donna sarebbe stata strangolata con una corda al culmine di una violenta lite nata perché lei voleva rendere pubblica la loro relazione che si protraeva da circa un anno. Dopo aver commesso il delitto il 70enne si sarebbe sentito male ed è ricorso ai medici dell’ospedale locale. Il delitto avvenne nell’abitazione della donna in via Unità Italiana.

Il cadavere dell’anziana trovato dal figlio

Il cadavere dell’anziana fu trovato dal figlio, era legato con una corda al collo legato al termosifone. Sin dal primo momento gli investigatori sospettavano di un omicidio e non di un suicidio. Le risultanze delle indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dal Sostituto Procuratore Beatrice Zanotti della Procura di Verona, hanno confermato l’ipotesi dell’omicidio. Al momento del ritrovamento del cadavere della donna sono scattate le indagini della polizia. Il figlio, dopo aver chiamato ripetutamente la madre al telefono, aveva iniziato a preoccuparsi perché la donna non rispondeva. Forzato l’ingresso di casa ha rinvenuto il corpo con una corda al collo.

I primi dubbi della polizia sul suicidio

Ma agli occhi degli investigatori quella scena è parsa subito inverosimile. Pochi i dubbi: chi l’aveva uccisa ha tentato di far passare l’episodio come un suicidio ed ha messo in atto il tentativo di allontanare l’ipotesi dell’omicidio. Sentiti alcuni vicini e familiari gli agenti hanno capito che la donna aveva una frequentazione sentimentale con la vittima. Si incontravano ogni lunedì usando l’accortezza di tacere la circostanza al figlio di lei. Decisive nelle indagini le tracce del Dna dell’arrestato sulla corda usata per ammazzare l’anziana. Davanti all’evidenza delle indagini avrebbe poi ammesso le sue colpe e confessato il delitto.

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