Austria, riaperta una delle moschee chiuse una settimana fa

Ad essere riaperta è stata la moschea di Vienna dell'associazione Nizam-I-Alem. Però si è provveduto ad affidarne la gestione a un'altra associazione, la Iggoe

Sebastian Kurz
© LaPresse-XinHua

VIENNA – Sembra allentarsi la tensione tra Austria e Turchia dopo la chiusura di sette moschee avvenuta la scorsa settimana. Infatti una di queste è stata riaperta. Lo ha deciso la cancelleria austriaca, dopo che proprio il cancelliere Sebastian Kurz aveva ravvisato le condizioni per chiuderle.

La riapertura

Ad essere riaperta è stata la moschea di Vienna dell’associazione Nizam-I-Alem. Però si è provveduto ad affidarne la gestione a un’altra associazione, la Iggoe. Il provvedimento di chiusura aveva portato anche a provocare la reazione del Governo turco, col presidente Erdogan che aveva minacciato il rischio di una guerra religiosa.

Secondo il capo di Stato turco “decisioni come questa non fanno altro che portare il mondo verso una guerra tra Crociati e la Mezzaluna”. Una guerra di religione, insomma, secondo Erdogan richiamando le Guerre Sante del Medioevo. Nei giorni scorsi il premier turco ha sottolineato che la scelta del cancelliere austriaco Sebastian Kurz rappresenta un provvedimento “anti islamico” e non ha escluso che la Turchia, in quanto nazione islamica, possa reagire a una tale situazione: “Loro dicono di voler buttare fuori dall’Austria i nostri religiosi? Noi non resteremo a guardare. Reagiremo se accadrà una cosa del genere”. Già all’indomani del provvedimento, Erdogan ha fortemente criticato la decisione del Governo austriaco, ritenendola il “risultato di un’ondata populista, islamofoba, razzista e discriminatoria”.

Le ‘ragioni’ dell’Austria

Il cancelliere Kurz ha deciso di espellere decine di imam “finanziati dalla Turchia” illecitamente. Si tratta, quindi, di una violazione della legge austriaca sull’Islam, a cui dovranno rispondere i capi religiosi. Il cancelliere Kurz si era espresso sulla vicenda, ritenendo che “in Austria non c’è spazio per società parallele e radicalizzazioni“. Parallelamente, il vice cancelliere Heinz-Christian Strache commentò la decisione del Governo austriaco con parole severe nei confronti dei colpevoli: “Non tolleriamo predicatori dell’odio che agiscono in nome della religione”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome