Violenza donne, Brunetta: “Lavoro e formazione significano libertà”

"La violenza è figlia della discriminazione, è figlia della disuguaglianza, è figlia del mancato rispetto degli altri, è figlia dell'omologazione".

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – “La violenza è figlia della discriminazione, è figlia della disuguaglianza, è figlia del mancato rispetto degli altri, è figlia dell’omologazione. La violenza è un risultato. Giustino Fortunato diceva che una pianta che cresce in un terreno fertile ha meno spine. Noi dovremmo costruire terreni fertili, innanzitutto sul lavoro. Non possono esserci pari opportunità se abbiamo tassi di occupazione femminile strutturalmente più bassi della media europea. Questo gap va colmato. Lavoro, formazione, produttività, salario: significano libertà. Realizzarsi e realizzare i propri sogni, prendere gli ascensori sociali. Io ho la responsabilità della Pubblica amministrazione e a questo mi sto dedicando: abbiamo una montagna di risorse da spendere in cinque anni, oltre un milione di persone da impiegare, tante possibilità per i giovani e per le donne”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervenendo al convegno “Più rete, meno violenza”, promosso a Roma dalla Rete Nazionale dei Cug. “Il titolo del vostro evento ‘Più rete, meno violenza’ vuol dire molto: oggi chi ha una rete ha un tesoro. Tenetevi cari i Cug, i Comitati unici di garanzia, reti di reti, valori che si sommano per fare azioni positive, racconti di esperienze che hanno funzionato. E dove portarle se non nelle scuole? Per questo sono contento di aver rafforzato i Cug nel 2011 e di aver siglato, assieme ai ministri dell’Istruzione e delle Pari opportunità, lo scorso 8 marzo, il protocollo d’intesa con la Rete dei Comitati unici di garanzia. Il mio sogno è avere uno Stato forte grazie al suo capitale umano efficiente, giovane, preparato, formato. Se realizza anche la parità di genere, diamo un altro segnale al mercato. In sintesi: più rete piena di lavoro, di economia, di opportunità, più ascensori sociali, più trasparenza, più merito, più customer satisfaction e più gentilezza e cortesia, come cifra della civiltà. Oggi ci sono le condizioni per farlo”.

LaPresse

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