Zaki: processo aggiornato a settembre. Amnesty: “Giustizia arbitraria e stillicidio inumano”

"Erano, a oggi, 28 mesi, arriveremo a 31 mesi in cui Patrick Zaki è intrappolato in un meccanismo giudiziario arbitrario che, di rinvio in rinvio, continua a privarlo della sua completa libertà".

Foto Massimo Paolone/LaPresse 17 febbraio 2020 Bologna, Italia cronaca Manifestazione per la liberazione dello studente Patrick George Zaki detenuto in Egitto "Giustizia per Patrick" Nella foto: un momento del corteo Photo Massimo Paolone/LaPresse February 17, 2020 Bologna, Italy news Demonstration for the release of student Patrick George Zaki detained in Egypt "Justice for Patrick" In the pic: a moment of the procession

BOLOGNA – “Erano, a oggi, 28 mesi, arriveremo a 31 mesi in cui Patrick Zaki è intrappolato in un meccanismo giudiziario arbitrario che, di rinvio in rinvio, continua a privarlo della sua completa libertà”. Il primo commento all’aggiornamento al 27 settembre del processo allo studente egiziano è stato quello di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che, dopo aver appreso la decisione del tribunale egiziano di aggiornare nuovamente l’udienza, ha definito questa fase “uno stillicidio inumano, un periodo esorbitante, in cui il tempo di Zaki si è fermato” e che “di per sé costituisce una punzione, considerato che Patrick è accusato di un reato dal puro sapore orwelliano e cioè diffusione di notizie false, per aver scritto soltanto la verità”.

A diffondere la notizia della nuova data processuale, nel pomeriggio, è stato lo stesso studente, tramite i suoi canali social. Zaki, iscritto a un master dell’università di Bologna, dopo essere stato arrestato nel febbraio 2020 al suo arrivo in Egitto, dove era arrivato per un breve periodo di pausa prima di ricominciare il suo secondo semestre in Italia, era stato rilasciato lo scorso 8 dicembre, ma ancora in attesa che la sua vicenda trovasse una conclusione.

“Un ennesimo rinvio che ci delude e rinnova l’angoscia di Patrick Zaki e di tutti noi – ha commentato Giovanni Molari, rettore dell’università di Bologna, dopo aver appreso dell’aggiornamento -. Speriamo, almeno, che per Patrick ci sia, in attesa della definitiva liberazione, la possibilità di viaggiare e di tornare a Bologna per proseguire i suoi studi. La sua università non vede l’ora di riabbracciarlo e, nel frattempo, continuerà a impegnarsi perché l’attenzione nazionale e internazionale rimanga desta, a sua tutela”.

Il rettore dell’Alma Mater, che aveva voluto l’attivista egiziano come ospite per l’inaugurazione dell’anno accademico 2022/2023, come confermato da una nota dell’ateneo, gli ha voluto manifestare pubblicamente, ancora una volta, la “calorosa vicinanza della comunità universitaria”, a pochi giorni dalla sua presenza virtuale con piazza Maggiore, in occasione di un incontro pubblico a cui ha partecipato anche Rita Monticelli, coordinatrice del Master Gemma a cui è iscritto.

“A ogni rinvio, l’amarezza è più forte, ma non viene mai meno la speranza che a Zaki sia riconosciuta la giustizia che attendiamo, né la volontà di fare tutto il possibile per riaverlo con noi”, ha aggiunto Federico Condello, delegato dell’università di Bologna per Studentesse e studenti, registrando la delusione del rinvio. “Non è purtroppo l’esito che ci aspettavamo, soprattutto dopo due anni di una vicenda giudiziaria dai contorni indefiniti che, ai nostri occhi, appare sempre meno comprensibile – ha concluso Matteo Lepore, sindaco di Bologna -. Un rinvio che fa male, soprattutto dopo aver visto e condiviso con Patrick l’entusiasmo e la voglia di riprendere presto i suoi studi in presenza a Bologna. Lo abbiamo salutato e incoraggiato con un grande applauso poche sere fa, in piazza Maggiore, durante un’iniziativa molto partecipata. A Patrick vorrei dire anche oggi: non mollare, l’abbraccio di questa città è per te, ti aspettiamo fiduciosi di poter festeggiare la fine di questo incubo”.

di Giovanna Pavesi

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