Yemen, Save the Children: 3 anni di guerra, 5mila i bimbi uccisi o feriti

People walk past a high street branch of a Save the Children charity shop in south London on February 17, 2018. / AFP PHOTO / Justin TALLIS

Milano, 26 mar. (LaPresse) – A 3 anni esatti dall’inizio dell’escalation del conflitto in Yemen più di 5mila bambini hanno perso la vita o sono rimasti feriti, cioè 5 al giorno; inoltre 1,9 milioni di minori non vanno a scuola, 4 milioni sono sull’orlo della carestia e 11 milioni hanno bisogno di aiuti umanitari. È quanto riferisce Save the Children, che diffonde l’appello dei bambini e ragazzi yemeniti: “Andiamo a dormire con il rumore degli aerei da guerra sopra le nostre teste, siamo innocenti, non dimenticateci”. Per tenere alta l’attenzione sulla guerra in corso, a Roma Save the Children ha realizzato un’installazione a forte impatto visivo in un parco giochi, che si è trasformato in uno scenario bellico, con un kalashnikov gigante, trincee e segnali antimine tra gli sguardi attoniti dei bambini. “Noi, i bambini dello Yemen, stiamo disperatamente cercando di sopravvivere. Andiamo a letto con il rumore degli aerei da guerra sopra le nostre teste e quello delle armi nelle strade. Quando ci svegliamo, attorno a noi vediamo sempre più distruzione. Siamo innocenti, non siamo parte di questa guerra e non abbiamo fatto nulla di male”: comincia così l’appello di 17 bambini e ragazzi yemeniti, ai quali Save the Children ha voluto dar voce a tre anni esatti dall’inizio dell’escalation del conflitto in Yemen, che chiedono al mondo e alla comunità internazionale di non dimenticare la guerra brutale che sta devastando il loro Paese e le loro vite.

Da marzo 2015, sono più di 5mila i bambini che hanno perso la vita o che sono rimasti feriti, in media ben 5 al giorno, ricorda Save the Children. Oltre 15mila gli attacchi aerei registrati dall’avvio delle ostilità, mentre più di 22 milioni di persone, tra cui oltre 11 milioni di minori, hanno bisogno di assistenza umanitaria. Da ottobre 2016, inoltre, sono stati più di 600 i casi di minori, anche di 10 anni di età, reclutati da tutte le parti in conflitto e gravissime sono anche le conseguenze sul diritto all’educazione, con 1,9 milioni di bambini che non possono andare a scuola e che sono di conseguenza ancora più esposti al rischio del reclutamento forzato nei gruppi armati o dei matrimoni precoci. Per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sulle drammatiche conseguenze del conflitto in Yemen sulla vita dei bambini, Save the Children ha realizzato una installazione ad alto impatto visivo in un parco giochi di Roma dove, tra gli sguardi attoniti di bambini e bambine solitamente intenti a divertirsi con altalene, giostre e scivoli, è comparso un kalashnikov gigante, lungo 15 metri. Tutt’intorno, sacchi di sabbia che delimitano trincee, elmetti e segnali di pericolo mine a rappresentare un vero e proprio scenario di guerra.

“Stiamo perdendo la possibilità di studiare, perché le nostre scuole sono state distrutte. Ci vengono negati i nostri diritti primari, come la salute, la sicurezza e la nostra stessa vita. Più a lungo questa guerra durerà e più bambini moriranno. Le malattie continueranno a diffondersi, visto che i centri sanitari non hanno abbastanza forniture mediche e vaccini per curarle. E rischiamo di essere costretti a lavorare solo per poterci permettere di avere qualcosa da mangiare. Siamo tristi per il nostro Paese, per le nostre famiglie e per i nostri amici”, prosegue la lettera scritta dai 17 bambini e ragazzi, membri del Parlamento dei Bambini dello Yemen, supportato da uno dei partner locali di Save the Children in Yemen. Da più di 18 anni il Parlamento dei Bambini riunisce tanti minori da tutto il Paese per discutere dei loro diritti, ma a causa del conflitto dallo scorso anno è stato costretto a sospendere le sue attività. Nel loro appello, i bambini chiedono quindi alla comunità internazionale di mettere in pratica 5 azioni precise. “Impegnarsi a mettere fine alla guerra e proteggere i diritti dei bambini; monitorare e indagare sulle gravi violazioni nei confronti dei minori; garantire l’accesso all’educazione; rifornire i centri sanitari e gli ospedali con medicinali e attrezzature adeguate; assicurare un posto sicuro in cui vivere e supporto emozionale ai bambini che hanno perso tutto”.

“Negli ultimi tre anni, i bambini yemeniti sono stati bombardati e costretti alla fame, nella totale impunità per gli autori di simili violenze. Migliaia di persone sono morte nelle loro case o negli ospedali mentre aspettavano invano medicine o aiuti salvavita e altre decine di migliaia di persone potrebbero morire quest’anno se non verranno intraprese azioni urgenti per porre fine alla violenza” ha dichiarato Tamer Kirolos, direttore di Save the Children in Yemen. Poi ha proseguito: “I bambini che una volta sentivano di avere un futuro, hanno visto le loro città e i loro sogni ridursi in macerie. La metà di tutti gli ospedali è stata danneggiata o distrutta, centinaia di scuole sono state attaccate o rase al suolo e 4 milioni di bambini sono sull’orlo della carestia. La cosa più triste è che tutta questa sofferenza è stata completamente provocata dall’uomo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la volontà politica di tutte le parti in conflitto per porre fine allo spargimento di sangue e per rimuovere completamente il blocco in modo che gli aiuti umanitari e le forniture commerciali possano entrare nel Paese. Se così non sarà, il quarto anno di guerra in Yemen potrebbe rivelarsi il più mortale di sempre”.

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