Modella rapita, dalla difesa dubbi sulla deposizione della vittima

Milano, 2 mag. (LaPresse) – Slitta la requisitoria del pm Paolo Storari nell’ambito del processo a carico del 30enne polacco Lucasz Herba, finito in carcere nel luglio del 2017 e imputato davanti alla Corte d’Assise di Milano per aver rapito la modella inglese Chloe Ayling. Il difensore dell’uomo, che da anni abitava a Birmingham, l’avvocato Katia Kolakowska, ha deciso infatti di aderire all’astensione dei penalisti, in programma oggi e domani. Nel frattempo, però, ha preannunciato che solleverà un’eccezione sull’errata traduzione, a suo dire, di alcuni atti tra cui la testimonianza della modella che, con la formula dell’incidente probatorio, un mese dopo la sua liberazione, aveva accompagnato gli inquirenti nel luoghi del rapimento, tra Milano e un baita isolata nel Torinese. La questione verrà sollevata formalmente nella prossima udienza, fissata per il 23 maggio, mentre la discussione delle parti è slittatta al prossimo 11 giugno.

 Da quanto è emerso dalle indagini, coordinate dal pm Paolo Storari, la modella, assistita dall’avvocato Francesco Pesce, era stata trattenuta contro la sua volontà tra l’11 e il 17 luglio, prima in un appartamento in via Bianconi, nella zona di via Ripamonti, a Milano, e poi in una baita isolata sulle montagne di Lemie, frazione torinese di Borgial, verso il confine con la Francia. L’uomo aveva “messo all’asta” sul web la ragazza, aveva chiesto un riscatto alla famiglia e al manager della modella, prima di 300 mila e poi 50 mila dollari, e poi l’aveva liberata. L’obiettivo, secondo gli inquirenti, era quello di accreditarsi sul “deep web”. Stando all’inchiesta, Lucasz, che avrebbe agito con il fratello Michal Herba, che è stato arrestato in Gran Bretagna, ed è ancora in attesa di estradizione.

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