Toscana, Bankitalia: nell’industria il fatturato è cresciuto del 3%

L'analisi sulla crescita economica della regione

Marco Merlini / LaPresse

FIRENZE (LaPresse) – In Toscana nel 2017 è proseguita, per il quarto anno consecutivo, la moderata espansione dell’economia regionale. Il Pil è cresciuto a un ritmo analogo a quello medio nazionale, sospinto dai consumi, che hanno beneficiato del miglioramento del mercato del lavoro, e dalla domanda estera. Anche gli investimenti hanno fornito un contributo positivo, in un contesto di condizioni di finanziamento distese.

Economia della Toscana: l’analisi di Bankitalia

Le aspettative delle imprese per l’anno in corso sono favorevoli. Sebbene su questo scenario prevalgano rischi al ribasso legati soprattutto alle recenti spinte protezionistiche. E’ quanto emerge dal documento “L’economia della Toscana” relativo ai dati del 2017 e realizzato dalla Divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede di Firenze della Banca d’Italia.

Crescita del fatturato industriale

Nell’industria il fatturato è cresciuto del 3 per cento per le imprese con più di 20 addetti, nei servizi del 3,8. I comparti legati al turismo hanno avuto un andamento molto positivo. Come negli anni precedenti, il principale segnale di vitalità del settore delle costruzioni è stato l’incremento delle transazioni immobiliari, in un quadro che rimane nel complesso recessivo. Il miglioramento della domanda e della situazione finanziaria delle imprese e le condizioni di credito ancora accomodanti hanno favorito la ripresa dell’attività di investimento. Le esportazioni sono cresciute del 4,2 per cento. Sono aumentate le vendite della moda, dei mezzi di trasporto e, in misura molto sostenuta, della farmaceutica; è calato l’export della meccanica e dei metalli.

Negli ultimi anni le vendite all’estero hanno beneficiato di un aumento di competitività e della specializzazione in settori per i quali vi è stata una forte domanda mondiale. Un freno alla dinamica complessiva è invece giunto dall’orientamento delle imprese regionali verso i mercati esteri maturi. Grazie alla congiuntura favorevole la redditività si è mantenuta su livelli elevati ed è stata impiegata nel riequilibrio della struttura finanziaria. In un contesto di abbondante liquidità la domanda di credito è così rimasta contenuta. Alla fine dello scorso dicembre i prestiti bancari risultavano sostanzialmente invariati rispetto a dodici mesi prima.

Occupazione in crescita 

Nel 2017 l’occupazione è ulteriormente cresciuta (1,1 per cento), sospinta dal settore dei servizi. Nell’industria, invece, gli occupati sono calati. L’aumento delle assunzioni è stato limitato a quelle a termine e in apprendistato. Segnali di ripresa hanno interessato i lavoratori più giovani (15-24 anni), il cui tasso di occupazione è aumentato per la prima volta dal 2008. A differenza dell’anno precedente sono diminuite le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro sono rimaste stabili. Il tasso di disoccupazione è diminuito di 0,9 punti percentuali, all’8,6 per cento.

Aumenta il reddito delle famiglie

Il reddito disponibile delle famiglie è aumentato, seppure a un ritmo inferiore rispetto allo scorso anno, principalmente per la componente da lavoro dipendente. La crescita del reddito ha influito positivamente sui consumi, che sono aumentati dell’1,2 per cento, e sulle compravendite di abitazioni, che sono ulteriormente cresciute (6,1%). Il sistema finanziario ha accompagnato l’espansione della domanda con politiche di offerta distese su credito al consumo e mutui.

I dati più recenti sulla ricchezza netta delle famiglie indicano un calo nel periodo 2008-2016, legato alla flessione della componente immobiliare. In termini pro capite tuttavia il dato regionale rimane superiore a quello medio italiano. Nell’allocazione della componente finanziaria, anche nel 2017 i bassi tassi di interesse hanno favorito l’investimento in strumenti prontamente liquidabili. Come i depositi in conto corrente, e in forme di risparmio gestito.

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