Il Senato dà l’ok al Decreto dignità. Di Maio esulta: “Dopo anni è il primo non deciso da lobby e potentati economici”

Il Decreto dignità è legge con 155 sì. Sono stati in 125, invece, a votare no alla proposta di Di Maio

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 07-08-2018 Roma Politica Senato - dl Dignità Nella foto Luigi Di Maio e Giuseppe Conte dopo l'approvazione del decreto Photo Roberto Monaldo / LaPresse 07-08-2018 Rome (Italy) Senate - Vote on Dignity decree In the photo Luigi Di Maio, Giuseppe Conte

ROMA – E’ legge. Il Decreto dignità passa al Senato.“E’ il primo, dopo tanti anni, che mette al centro il cittadino, gli imprenditori e i giovani precari”. Esulta Luigi Di Maio. Il vicepremier è contento  Aveva iniziato a dubitare. E’ stata una lotta contro il tempo. Il testo del Dl, che porta proprio la sua firma, era approdato in Aula soltanto ieri. L’opposizione si era messa di traverso. C’era il rischio di un rinvio a settembre. La minoranza aveva presentato 700 emendamenti. Ma nessuna della ‘varianti’ suggeriti al testo è passata.

I voti

Il Decreto dignità è legge con 155 sì. Sono stati in 125, invece, a votare no alla proposta di Di Maio. “Dopo decenni – ha dichiarato il politico di Pomigliano d’Arco – è stato approvato il primo decreto non scritto da potentati economici e lobby”.

Con la nuova legge, approdata in Parlamento soltanto ieri (dopo il via libera al Milleproroghe), viene abolita la pubblicità del gioco d’azzardo. “Siamo il primo paese a farlo”, ha ricordato Di Maio. La sostanza del provvedimento, però, riguarda l’instaurazione di nuove normi sui contratti a termini.

L’opposizione ha protestato. Prima e dopo il voto. Alcuni democrat hanno sventolato cartelloni con su scritto ‘80mila, bye, bye lavoratori’. La cifra mostrata a Palazzo Madama rappresenterebbe il numero dei ‘posti’ eliminati dall’entrata in vigore del Decreto dignità.

Conte in Aula

In Aula, ad ascoltare il conteggio dei voti, c’era anche Giuseppe Conte. Il premier si è stretto la mano con Di Maio. Come sottofondo c’erano i cori di protesta della minoranza.

Al Governo era stato imputato l’aver ‘prodotto’ poco in termini di leggi. E’ arrivata la prima.

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