Il due di picche di Colao agli Agnelli. Elkann voleva l’ex Vodafone a vertice della Exor (la cassaforte della famiglia torinese)

Colao ha detto no alla proposta di John Elkann. Il nipote dell'Avvocato aveva tentato di ingaggiarlo poco prima del ricovero a Zurigo di Sergio Marchionne

NELLA FOTO VITTORIO COLAO ©VINCENZO CORAGGIO LAPRESSE

TORINO – Non è proprio come il calcio-mercato. Ma si somigliano: le cifre sono simili, le  trade, in entrambi casi, muovono professionisti con qualità specifiche, settoriali. E i loro spostamenti, quasi sempre, innescano effetti a catena: migrazioni di staff e trasferimenti di know-how.

Il giro di ad e ceo

Il giro di ad e ceo non è proprio come il calcio-mercato. Ma si somigliano. E la storia (risultati alla mano) ha dimostrato che gli Agnelli sono abili nello sport e nell’impresa.

Il quattro volte pallone d’oro portoghese dallo scorso luglio è un giocatore della Juventus. Cristiano Ronaldo veste bianconere. Sembrava un’operazione irrealizzabile. Utopica. E invece è realtà. “E’ l’affare del secolo”, hanno strillato i giornali.

Qualche settimana fa avevano cercato di mettere a segno un colpo simile anche nel loro sistema-impresa.

Dopo Ronaldo, l’idea Colao

John Elkann, qualche giorno prima del ricovero di Sergio Marchionne a Zurigo, aveva cercato di ingaggiare Vittorio Colao. Non per dargli il timone della Fca, ma per affidargli la Exor. A rivelarlo è stato il cronista Giovanni Predoni di Lettera43.  Per l’ex ad di Vodafone il nipote dell’Avvocato aveva pensato ad una delle poltrone più prestigiose della galassia Agnelli: quella di ad della cassaforte di famiglia. Il cuore dell’impero. La holding che ha in pancia le principali partecipazioni della dinastia torinese.

Il no del bresciano

Colao, 59enne di Brescia, però, gli ha detto no. Metabolizzato l’addio a Vodafone adesso ha in mente altri progetti. Cerca nuovi stimoli. E la Exor non rientrerebbe nei suoi piani.

Stavolta agli Agenlli (Elkann) il colpo non è riuscito. Capita. Proprio come nel calcio-mercato. In alcuni casi riesci a strappare il fuoriclasse all’avversario. Paghi il cartellino, gli versi l’ingaggio e lo porti in squadra. A volte sbatti contro un muro. Non c’è sempre il lieto fine. Succede che il Cristiano Ronaldo di turno, nonostante il denaro, il fascino e la prospettiva, dica no. Un no irreversibile.

Nel caso di Colao, forse, ha inciso la sua esperienza (per soli due anni) in Rcs. Governare il sistema Agnelli (e la Exor è il cuore di quel sistema) è tutt’altra cosa rispetto a gestire un’imponente impresa delle telecomunicazioni.

Il giro di ad e ceo non è proprio come il calcio-mercato. Ma si somigliano.

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