Bekaert, 318 operai a rischio licenziamento. Di Maio: “Troveremo nuovi investitori”

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico a Figline Valdarno per rassicurare i dipendenti

FIGLINE VALDARNO – Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio si è recato questa mattina a Figline Valdarno, in provincia di Firenze. Il vicepremier ha fatto visita al presidio costante dei lavoratori della Bekaert, un’azienda in chiusura che minaccia di mandare a casa i suoi lavoratori.

Più di 300 operai della Bekaert a rischio disoccupazione

Sono 318 gli operai che ogni giorno dal 5 agosto organizzano un presidio fuori i cancelli della loro azienda, la Bekaert. Il gruppo belga ha infatti deciso per la chiusura della loro fabbrica. Gli operai rischiano ora il licenziamento, in un primo momento annunciato per i primi di settembre, poi spostato al prossimo 3 ottobre. L’azienda punta a portare la produzione di steel cord all’estero.

Si schiera dalla parte degli operai Luigi Di Maio, che questa mattina si è unito al sit-in dei lavoratori. Il ministro ha scritto su Fb che “la Bekaert è una delle troppe aziende che dopo aver preso i soldi dello stato ha deciso di chiudere, licenziare e andarsene. Tutto questo con il decreto dignità non accadrà più“, promette Di Maio.
Come Ministro dello sviluppo economico e del lavoro farò il possibile per risolvere le tante crisi aziendali stando sempre dalla parte dei lavoratori e degli imprenditori onesti“, ha concluso sul suo profilo social il leader pentastellato.

Di Maio: “I lavoratori sappiano che il governo è dalla loro parte”

Si dice “ottimista” Di Maio, che promette di “trovare investitori che assicurino lavoro e continuità produttiva“.
Non possiamo però dimenticarci cosa ha fatto la Bekaert“, continua il vicepremier. “Il 3 settembre ci rivediamo al tavolo e magari portiamo qualche novità rispetto all’opera di sondaggio che tutti insieme, con sindacati, Comune e Regione, stiamo facendo“.
Le delocalizzazioni sono un’emergenza, ma con le nuove leggi non potrà più accadere a altri lavoratori che una multinazionale cessi di colpo l’attività e lasci tutto per la strada”, perché, spiega il ministro, “se te ne vai ti prendi una penale pari a quattro volte quello che hai preso e ci rendi tutto quello che ti abbiamo dato“, ha concluso Di Maio.

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