In Veneto confermati 105 casi del virus West Nile con 5 decessi

Venezia – I casi confermati di infezione nell’uomo dal virus West Nile, trasmesso dalla zanzara culex pipiens, in Veneto sono a oggi 105, dei quali 34 evoluti nella forma neuroinvasiva, con 5 decessi, tutti avvenuti in persone anziane o con gravi patologie pregresse.

Quinto Bollettino sulle arbovirosi, redatto e diffuso oggi dalla Direzione prevenzione della Regione del Veneto

Siamo di fronte a una situazione impegnativa ma che non deve destare allarme – sottolinea l’assessore alla Sanità, Luca Coletto -, con un centinaio di casi confermati su una popolazione di circa cinque milioni di abitanti”.

Gli scienziati fanno notare che si tratta in realtà di un virus dalle conseguenze limitate

Il virus, sintomatico nell’80% dei casi e solo in meno dell’1%, capace di evolvere nella forma neuroinvasiva. E’ in questo quadro che vanno collocati, con dolore, i decessi purtroppo avvenuti in soggetti in età molto avanzata o con condizioni cliniche pregresse gravi”.

Disinfestazioni straordinarie

Sul piano del lavoro in atto, Coletto fa notare che “continuiamo le disinfestazioni straordinarie soprattutto nelle aree a maggior concentrazione di persone, in stretta collaborazione tra le Ullss e i Comuni, mentre nei pronto soccorso e negli ospedali riusciamo ad avere diagnosi precise e tempestive e cure efficaci. Stiamo inoltre rafforzando le attività di prevenzione per tutte le strutture che ospitano anziani o ricoverano malati”. “Peraltro – aggiunge Coletto – le raccomandazioni dell’Ecdc (European Center For Disease Prevention and Control) confermano in pieno la correttezza di quello che stiamo facendo”.

Le più rilevanti sono: l’attuazione di disinfestazioni straordinarie 

Particolare attenzione in fase di diagnosi per gli operatori sanitari a considerare in modo tempestivo la possibilità di infezione da West Nile; la diffusione della raccomandazione a tutta la popolazione di proteggersi attraverso l’utilizzo di zanzariere a porte e finestre e l’utilizzo di repellenti, soprattutto negli anziani e nelle persone immunodepresse poiché a maggior rischio di sviluppare forme neuro-invasive; sensibilizzare la popolazione affinché si adoperi a non lasciare in nessun caso zone umide stagnanti o raccolte d’acqua”.

 

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