Governo, il premier Conte chiede alla maggioranza maggiore condivisione

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Giuseppe Conte

Roma – La parola d’ordine che Giuseppe Conte imporrà dalla prossima settimana è “condivisione“. L’autunno che attende il governo è realmente di fuoco tra il Def da preparare entro settembre e una legge di Bilancio da impostare, tenendo dentro reddito di cittadinanza, flat tax e lotta alle pensioni d’oro, senza dimenticare il superamento delle pensioni d’oro, dunque non sono ammessi ulteriori divisioni nella linea politica.

In poche parole: al centro deve tornare il progetto

Lega e M5S devono smetterla di pensare principalmente a coltivare il proprio orticello, altrimenti gli equilibri rischiano di saltare. Con conseguenze nefaste soprattutto nel braccio di ferro con l’Europa, che dalla gestione dei flussi migratori e dei ricollocamenti, sicuramente si estenderà anche all’economia. E se a Bruxelles arriverà anche solo l’odore di bruciato, non ci vorrà molto prima che qualcuno provi a soffiare sulla fiamma. Non a caso il commissario Ue Pierre Moscovici, in un’intervista al ‘Sole 24 Ore’, bacchetta Roma: “L’Italia non può lamentarsi della Commissione europea, è sempre stata al suo fianco per sostenere la crescita“.

Da lunedì riprenderà l’attività parlamentare

Ministri e maggioranza dovranno filare a testa bassa sui vari dossier da portare a casa. Dal campo pentastellato avvisano che sul reddito di cittadinanza è Di Maio ad averla spuntata con Tria. La viceministro dell’Economia, Laura Castelli, infatti, alla festa del ‘Fatto quotidiano’ annuncia che la misura sarà in legge di Bilancio 2018 e “partirà nel 2019”, ricavando risorse da “strumenti esistenti ma improduttivi” e altre fonti per arrivare ad un gruzzolo di circa 17 miliardi.

Nel Carroccio tutte le attenzioni sembrano invece concentrate sul tema dei migranti

Mentre Riace aspetta lo sblocco dei fondi dal ministero dell’Interno sui piani di integrazione (la commissione sta valutando alcune possibili “anomalie”), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ‘bacchetta’ bonariamente il suo leader: “Salvini l’ha sparata grossa” quando ha parlato di 500mila rimpatri, “ma ora è importante che non ne arrivino più“.

A via Bellerio l’occhio è fisso anche sull’economia

Non siamo assolutamente soddisfatti di come sta andando“, spiega ancora Giorgetti, “abbiamo l’ambizione, qualcuno dirà la temerarietà, di portare l’Italia a un tasso di sviluppo sopra il 2-3%“. Per riuscirci il governo è pronto anche a sforare il 3% “se è necessario per mettere in sicurezza il Paese“.

Salvini e i suoi insistono per inserire la flat tax

Si vocifera che a settembre la Lega possa depositare in Parlamento un disegno di legge che cancelli la legge Fornero, ma al momento non ci sono conferme né smentite. L’obiettivo è portare un testo condiviso e co-firmato con il M5S, esattamente come è successo per le pensioni d’oro prima della pausa estiva. Il provvedimento sarà frutto di un lavoro di maggioranza, nel quale la Lega spinge per affermare criteri selettivi estremamente precisi nel ricalcolo, per evitare di incorrere in ricorsi e possibili ‘brutte figure’.

Lega e Cinquestelle sulla stessa lunghezza d’onda

Infine c’è il capitolo grandi opere. Il dibattito sulla Tav per ora è accantonato in attesa di trovare la quadra nella maggioranza, dunque spazio al caso Autostrade. Sulla revoca della concessione ad Atlantia, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, Lega e Cinquestelle ormai sono sulla stessa lunghezza d’onda.

Manca intesa sul post-Atlantia

Il Carroccio vorrebbe una nuova gara, mentre i pentastellati sono più attratti da una soluzione ‘interna’ con le aziende di Stato. Anche su questo argomento servirà un ragionamento tra alleati. E “condivisione”, come ‘pretenderà’ d’ora in poi il premier.

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