Roma, alla Casa della Memoria la mostra sull’Italia in Libia

La Mostra permette di approfondire il viaggio di conquista degli italiani in Libia

Una mostra al Museo di Roma in Trastevere (©Andrea D'ErricoLaPresse)

Roma (LaPresse) – Alla Casa della Memoria e della Storia, di Roma, una mostra foto-documentaria testimonia la storia del recente passato della Libia. La mostra foto-documentaria dal titolo ‘L’occupazione italiana della Libia. Violenza e colonialismo 1911-1943’, da domani al 22 novembre 2018, restituisce infatti al visitatore la possibilità di conoscerne meglio la storia. Approfondendo, in particolare, gli avvenimenti legati al periodo coloniale italiano, ancora poco noti.

Le drammatiche vicende storiche di quegli anni sono quindi narrate attraverso un percorso storico-didattico. Che si articola attraverso oltre duecento foto e poi decine di documenti provenienti dall’Archivio Nazionale di Tripoli e dai principali archivi nazionali.

La Mostra permette di approfondire il viaggio di conquista degli italiani in Libia

La mostra è organizzata dall’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza (IRSIFAR) e dalla Fondazione MedA – Onlus. Con il patrocinio dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri. E’ promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale – Dipartimento Attività Culturali in collaborazione con l’Istituto Nazionale Ferruccio Parri e Zètema Progetto Cultura. È stata realizzata dallo storico Costantino Di Sante con il contributo del Centro per l’Archivio Nazionale di Tripoli e la consulenza di Salaheddin Sury, uno dei maggiori storici libici dell’età contemporanea.

L’esposizione sarà dunque inaugurata giovedì 27 settembre alle 18,00 alla Casa della Memoria e della Storia, in Via S. Francesco di Sales n. 5, con la partecipazione di Luisa Musso dell’Università di Roma Tre e Alessandro Triulzi dell’Università di Napoli L’Orientale.

A lato dell’esposizione è stato organizzato un corso di formazione per insegnanti e studenti dal titolo: Colonialismo italiano e razzismi.

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