Gasdotto, perquisite le sedi Tap e sequestrata la documentazione. Tre gli indagati

Perquisita la sede di Melendugno in Salento e il laboratorio di analisi Sgs Italia spa

ROMA – Perquisizioni nella sede della multinazionale Tap. L’azienda sta costruendo a Melendugno in Salento l’approdo del gasdotto che trasferirà in Europa il gas dell’Azerbaijan. E’ stato sottoposto a perquisizione anche il laboratorio di analisi di Sgs Italia spa di Villafranca Padovana. Questo laboratorio ha effettuato le analisi delle acque di falda sotto il cantiere di San Basilio. In tre sono finiti nell’albo degli indagati. Si tratta del country manager Italia di Tap e l’ex amministratore legale, Michele Mario Elia e Clara Risso e il project manager Italia, Gabriele Paolo Lanza.

Indagini su presunte violazioni ambientali e urbanistiche

Dalle analisi sulle acque è stata riscontrata la presenza di cromo esavalente, nichel, vanadio, arsenico e manganese oltre i limiti consentiti. Marco Potì, sindaco di Melendugno, per questo motivo dal 24 luglio aveva bloccato l’emungimento di acqua dai pozzi e dalla dalla falda e i lavori nel cantiere. L’inchiesta è stata aperta proprio a partire da quell’ordinanza. E’ coordinata dal procuratore della Repubblica Leonardo Leone de Castris e dalla pm Valeria Farina Valaori.

I carabinieri del Noe hanno fatto visita alle sedi Tap di Roma, Lecce e Melendugno nonché al laboratorio a cui la società ha delegato le analisi. Quella documentazione è stata utilizzata a dimostrazione che l’inquinamento a metalli pesanti nel cantiere non è stato determinato dai lavori in corso. Da questo filone investigativo si è poi arrivati ad indagare i tre dirigenti aziendali. Ma l’inchiesta è molto più ampia. Ed anzi, al centro c’è l’ipotesi di truffa, violazioni urbanistiche e, soprattutto, una presunta violazione della legge Seveso. L’ipotesi investigativa è che il terminale debba essere considerato insieme all’attiguo terminale Snam (che dovrà essere costruito) e dunque doveva essere sottoposto alla Seveso.

Da Tap collaborazione

C’è anche la questione ambientale, che tocca l’espianto di 445 ulivi per far spazio ai cantieri. In ogni caso da Tap fanno sapere che c’è la massima collaborazione e che si sta facendo il possibile per garantire chiarezza nelle indagini e la massima velocità. Ed anzi, la volontà è quella di chiudere al più presto questo capitolo in modo da dimostrare “l’assoluta correttezza di quanto Tap fino ad ora ha realizzato”.

 

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