Migranti, il papa: “No alla paura. Delinquenti? Anche noi ne abbiamo tanti”

Chi è al governo dovrebbe seguire queste indicazioni, mentre "oggi c'è la tentazione di fare una cultura dei muri", avverte il pontefice

in foto Papa Francesco

CITTA’ DEL VATICANO“Non bisogna avere paura dei migranti: i migranti siamo noi, Gesù è stato migrante”. Papa Francesco, durante l’udienza ai docenti e agli studenti dell’Istituto San Carlo di Milano, torna su una delle ferite aperte in tante società occidentali. E va controcorrente rispetto alle posizioni di tanti governanti: in Italia, Ungheria, Stati Uniti.

No ai luoghi comuni

Ricordando che le persone straniere sono spesso equiparate ai “delinquenti”, Francesco sottolinea che “anche noi ne abbiamo tanti”, di ladri e criminali. La mafia, continua ancora il pontefice, non è stata inventata dai nigeriani. Anzi, “è un ‘valore’ nazionale – scandisce – è nostra, italiana”.

Papa Francesco si scaglia contro il razzismo

Il Papa Francesco, rispondendo alle domande preparate dall’Istituto milanese, aggiunge che “il cuore è aperto per accogliere tutti”, ma “se io ho il cuore razzista devo capire il perché, e convertirmi”. La ricetta di Bergoglio è la stessa, ripetuta da tempo: i migranti vanno ricevuti, accompagnati, e integrati. Le società devono essere multietniche e multiculturali.

L’appello ai governi

Chi è al governo dovrebbe seguire queste indicazioni, mentre “oggi c’è la tentazione di fare una cultura dei muri, alzare muri nei cuori e sulla terra per impedire un incontro tra culture…ma chi costruisce i muri finirà schiavo dentro i muri che ha costruito”, avverte il Pontefice.

Garantire ai migranti accoglienza e protezione

Parole quasi identiche, solo qualche giorno fa, erano state pronunciate da monsignor Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, secondo cui “i migranti vanno soccorsi e salvati, non rimandati o bloccati in Paesi terzi non sicuri”. Non solo. I problemi si presentano anche dopo gli sbarchi.

I migranti “non basta accoglierli e dar loro un pezzo di pane: la persona va integrata”, sottolinea il presidente della Cei, che ricorda la parabola del buon samaritano. Questi, di fronte all’uomo tramortito dai briganti, si è fermato, gli ha dato un primo soccorso, lo ha caricato sulla sua cavalcatura, gli ha pagato l’albergo promettendo di tornare per saldare il resto dovuto.

(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)

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