Nappi: “Il centrodestra resti unito. Per il leader servono le primarie”

L’ex assessore della giunta Caldoro: “Facciamo scegliere alla gente il progetto migliore: così si vince”

I partiti di centrodestra si apprestano ad affrontare le Europee con lo spirito di chi non solo vuole conquistare uno scranno a Bruxelles, ma sentono la necessità di pesarsi all’interno della coalizione. La Lega mantiene il proprio trend positivo, Forza Italia fa segnare nei sondaggi una leggera risalita e Fratelli d’Italia punta a fare il proprio ingresso in Europa superando la soglia del 4%. A parlare del futuro del centrodestra con ‘Cronache’ è Severino Nappi, ex assessore della giunta Caldoro.

La sua attività politica la porta spesso in giro per la Campania, che idea si è fatto della percezione che hanno i cittadini della politica di oggi che sembra trovare nella Lega e nel Movimento 5 Stelle i principali referenti?

Questi anni ci consegnano la sensazione dell’inadeguatezza della politica a risolvere i problemi delle persone. Chi guarda alla politica vede risse, liti, tentativi di sopraffazione, poca armonia e soprattutto poca capacità di affrontare i drammi quotidiani. Tra la gente c’è preoccupazione per il futuro personale, per quello dei figli e la politica non sembra essere percepita come uno strumento che può servire a migliorare la propria esistenza. Invece dovrebbe servire proprio a questo. Attorno al Movimento 5 Stelle c’è ancora entusiasmo, ma ogni giorno cade il velo e diventa chiaro che questo è il Movimento degli slogan. In molti iniziano a pensare che dietro reddito di cittadinanza e contrasto alla casta non ci siano contenuti e prospettive. Chi crede che fare politica sia sostenere il proprio territorio ha, per questo, una responsabilità maggiore perché deve dimostrare che, se la vecchia politica era troppo spesso affare e interesse e che la fiammata del Movimento 5 Stelle è nutrita solo dall’odio, esiste una politica che è capace di avere visione e progetti per creare opportunità nella nostra terra.

Qual è la sfida che ha davanti il centrodestra se vuole riconquistare, a partire dalla Campania, la guida del Paese?

La Campania ha grandi potenzialità e grandi opportunità. In pochi sanno che la nuova programmazione Europea prevede addirittura 12 miliardi di euro che dovranno essere spesi tra il 2021-2027, una cifra enorme se si considera che per il reddito di cittadinanza e quota 100 in tutta Italia si sono investiti 10 miliardi. Non possiamo consegnare questa grande aspettativa a chi non ha una visione, un progetto, dobbiamo sfidare chi domani vuole governare e chi lo sta facendo, oggi, male su questo. Credo che il grande impegno da chiedere a chi è serio, onesto e ha capacità sia quello di presentare un progetto che risponda a questa aspettativa. Vogliamo immaginare per la nostra terra strumenti per restituire diritti e servizi alle persone, per trasformare i percorsi di istruzione e formazione in una via per il lavoro, per sostenere le nostre imprese con un progetto che le faccia guardare con dignità dal resto del Paese. I cittadini campani non sono di serie B solo perché sono stati amministrati male troppo spesso. La vera scommessa è quella di far capire che queste cose non si fanno da soli o contro gli altri, ma costruendo una rete.

Ha parlato di chi sta governando male oggi: cosa rende il governatore De Luca e il sindaco De Magistris ‘cattivi’ amministratori, secondo lei?

Trovo inaccettabile l’idea che ci sia un conflitto costante tra i due. Sono in guerra continua, sempre pronti a rinfacciarsi i fallimenti reciproci. Il sindaco stamattina (ieri ndr) ha detto in chiave negativa: danno i soldi a Roma per uscire dal disastro. Ma non ha detto cosa farebbe lui se avesse a disposizione quelle risorse, questo perché non è capace di avere una visione. De Luca si lamenta che De Magistris amministra male Napoli, ma non dice che non siamo un esempio rispetto alla gestione dei fondi europei, che la sanità, con i nuovi misuratori dei servizi, è ultima, che il tasso di disoccupazione in Campania è il peggiore, che non ci sono strumenti attivi per dare opportunità ai nostri ragazzi e alle nostre imprese. Se si guarda il bollettino ufficiale della Regione Campania è un disastro. Perfino il libricino che il governatore ha fatto stampare, con i soldi pubblici, per raccontare quello che ha fatto è di una povertà impressionante. C’è soltanto il senso di una politica fatta di roboanti annunci. Ma non ci si poteva aspettare di più da chi era arrivato a dire che avrebbe sconfitto il cancro.

Quindi Forza Italia e il centrodestra cosa devono fare per vincere le Regionali, l’anno prossimo, e le Amministrative?

In questo momento è certo che c’è un vento di centrodestra nel Paese rispetto al quale qui al Sud bisogna essere capaci di avere una visione nostra. Il centrodestra in Italia oggi è a trazione nordista e noi senza avere paura e senza ingaggiare uno scontro tra Lega, Forza Italia Fratelli d’Italia dovremmo avere un progetto da mettere in campo a misura della Campania. Quello che ci deve unire, avendo valori comuni che sono patrimonio diffuso nel Paese, e che ci rende vincenti rispetto alle sinistre al Movimento 5 Stelle, è un progetto in cui ognuno lavora per portare le proprie capacità. Per questo spero nello svolgimento delle primarie.

Quindi lei è favorevole alle primarie e crede possano essere uno strumento utile a definire programmi e uomini da schierare alle prossime Regionali?

Non sono d’accordo, ma rinnovo la proposta già avanzata e spero tutti siano d’accordo a farle, perché le primarie sono innanzitutto idee e progetti che camminano sulle gambe delle persone. Sfidandoci in modo costruttivo possiamo essere capaci di rappresentare e costruire un progetto comune. Sono contrario allo scontro all’ultimo voto perché non serve ai cittadini. Ben venga l’apporto della Lega, ma facciamo le primarie tutti insieme e facciamole aperte. Non è più un problema di bandiere, ma di visione del territorio. Chi ce l’ha deve metterla in campo e su questo si deve scegliere il progetto di governo e gli uomini che devono realizzarlo. I partiti hanno un senso dietro un progetto che li rappresenta tutti e le primarie sono lo strumento con cui selezionare il meglio: solo così si vince.

Crede realmente che gli interessi dei cittadini possano venire prima delle ambizioni personali? Non molto tempo fa, altri esponenti di Fi, come il governatore ligure, hanno descritto il partito come un poltronificio…

Mi auguro che tutti a cominciare dal mio partito facciano lo sforzo di intercettare i bisogni e le necessità delle persone. Sono certo che Forza Italia, a partire dal presidente Berlusconi, sarà capace di scegliere le persone migliori, rappresentative di questo sentire.

A maggio si voterà per le Europee. Per molti saranno una sorta di primarie del centrodestra. Qual è il suo punto di vista in merito e per che tipo di Europa crede si debba lavorare?

Evitiamo innanzitutto che le Europee siano un campo di regolamento di conti. Sono una competizione elettorale importante e spero che il Sud selezioni una rappresentanza che consenta di cambiare l’atteggiamento rigido, meccanico e poco sensibile dell’Europa che i cittadini non hanno capito. Abbiamo bisogno di un’Unione che ci aiuti a mandare avanti le nostre imprese, a trovare lavoro, che impedisca lo shopping sui costi del lavoro e stabilisca le regole. Dobbiamo pretendere norme uniformi che favoriscano il nostro Paese e che diano uguali opportunità altrimenti diventa paradossale far finta di essere in Europa unica in cui di fatto esistono velocità diverse e addirittura trattamenti differenziati. L’Europa non vince se aumenta il numero degli Stati membri prendendo anche chi non ha regole e fa concorrenza sleale.

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