MILANO – La Marina Militare italiana ha salvato 36 migranti alla deriva su un barcone in acque libiche. In serata poi la nave Mare Jonio, della Ong Mediterranea, ha soccorso 30 migranti in difficoltà su un gommone, 40 miglia al largo delle coste libiche.
Nel primo caso, il pattuglione Cigala Fulgosi ha raccolto l’Sos ed è intervenuto sulla base delle leggi del mare, che obbligano a prestare soccorso a imbarcazioni in difficoltà. Ma il ministro dell’Interno non ci sta: “I porti sono chiusi, io non ne do”. E lo ribadisce anche in serata, dopo la notizia del secondo salvataggio, definendo la Mare Jonio “nave dei centri sociali” e ribadendo che “in Italia entra solo chi ha il permesso”.
Per quanto riguarda invece il salvataggio operato dalla Marina italiana, la frecciatina è alla collega di governo Elisabetta Trenta, responsabile della Difesa: “Con le politiche dei porti chiusi abbiamo più che dimezzato i morti nel Mediterraneo – ha aggiunto Matteo Salvini -. Lo avevamo promesso, lo stiamo facendo”.
Fonti della Difesa hanno riferito che “da Trenta non è arrivata alcuna indicazione particolare, ma abbiamo massima fiducia nell’operato della nostra Marina”. Sul tema è intervenuto anche l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, dopo aver sentito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “Stiamo verificando perché questa nave ha agito in quella zona. Da quello che so, era in supporto alle autorità libiche. Mi auguro che ci sia solidarietà da parte dell’Europa”.
L’imbarcazione con 36 migranti a bordo è stata intercettata a 75 chilometri dalla costa nordafricana
“Imbarcava acqua” e i passeggeri a bordo, ha riferito la Difesa in una nota, erano “sprovvisti di salvagente”. La nave “era in procinto di affondare e le persone a bordo erano in imminente pericolo di vita. In aderenza alle stringenti normative nazionali e internazionali”, la Marina “è intervenuta salvando i 36 occupanti del natante, di cui 2 donne e 8 bambini”. La Cigala Fulgosi, insieme ad altre unità aeronavali della Difesa, partecipa alla missione ‘Mare sicuro’, assegnata dal Governo e dal Parlamento e finalizzata a proteggere gli interessi nazionali nel Mediterraneo centrale.L
L’obiettivo è trovare un approdo
La resistenza del Viminale rischia di riaprire un nuovo caso Diciotti. “Ho parlato con i partner europei, ho avuto disponibilità da Malta, Francia e Lussemburgo a prendere i migranti. Gli amici europei si sono mostrati molto solleciti, risolveremo anche questo caso”, ha rivelato Conte dalla Romania: “Attendo risposta da Germania, Spagna e Portogallo”. Stando ai trattati internazionali e alle norme Ue, i 36 migranti salvati non possono essere riportati in Libia da una nave battente bandiera italiana, in quanto Tripoli non è considerato porto sicuro. La furia dell’opposizione non si è fatta attendere. Quelle di Salvini “sono parole inaudite”, ha detto la senatrice del Pd ed ex ministro della Difesa, Roberta Pinotti.
(LaPresse)