MILANO – L’economia italiana “è ferma” e “nel terzo trimestre appare ancora debole, dopo che nel secondo il Pil era risultato piatto”. Lo afferma il Centro studi di Confindustria nella sua congiuntura flash di settembre. “Accanto alla conferma di alcuni segnali di miglioramento”, spiega il Csc, “perdura una lunga serie di dati negativi, che riflettono anche uno scenario globale non brillante e con rischi al ribasso”.
In calo l’industria italiana
Nella congiuntura flash Confindustria evidenzia che continua la dinamica negativa nell’industria italiana: l’indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) segnala flessione dell’attività nei mesi estivi. La produzione è vista in calo a luglio (-0,3%) ed è attesa in lieve recupero in agosto, per lo più per ricostituzione dei magazzini (stime Csc). Nel settore dei servizi, invece, il Pmi è ulteriormente salito a luglio, in area di espansione (51,7), dopo che fatturato e valore aggiunto erano tornati a crescere nel 2° trimestre. I dati qualitativi segnalano un moderato incremento degli occupati nei servizi, non nell’industria.
Flessione degli investimenti nel terzo trimestre
Gli indicatori annunciano una flessione degli investimenti nel terzo trimestre (+1,9% nel secondo). Gli ordini interni dei produttori di beni strumentali sono scesi a livelli molto bassi a luglio-agosto. La fiducia delle imprese manifatturiere è calata ancora in agosto, ai valori del 2015. Dopo un secondo trimestre a crescita zero, per i consumi lo scenario è migliorato. Gli ordini interni dei produttori di beni di consumo hanno recuperato a luglio-agosto, pur su bassi valori. La fiducia delle famiglie è rimasta su discreti livelli in agosto, dopo il balzo a luglio, specie per un maggiore ottimismo sull’economia. L’aumento dell’occupazione (+1,2% nei primi 7 mesi) sostiene il reddito.
Il settore esportazioni
Si fermerà l’export? A giugno le vendite italiane di beni hanno continuato a crescere (+1,2%), grazie al buon risultato nei mercati extra-Ue (Usa, Giappone). Possono aver agito l’euro debole e i dazi USA sui beni cinesi. Male invece l’export nei mercati Ue, specie verso la Germania. Fino a giugno le venditeestere sono state trainate solo dai beni di consumo, mentre soffrono i beni intermedi. E le prospettive a breve sono negative: gli ordini manifatturieri esteri sono calati in misura marcata nei mesi estivi. Lo scenario per l’export italiano è penalizzato dal calo del commercio globale (-0,7% nel secondo trimestre). Nei prossimi mesi continuerà a ridursi: gli ordini esteri nel Pmi mondiale, infatti, sono caduti a 49,0 a luglio. L’incertezza geo-economica resta alta, poco sotto i massimi a luglio.
Il rischio hard-Brexit
Secondo il Csc peggiora inoltre il rischio hard-Brexit. Sterlina e fiducia degli operatori nel Regno Unito restano ai minimi, per l’aumentato rischio di ‘no deal’ in seguito alla scelta del primo ministro Boris Johnson di sospendere le attività del Parlamento fino al 14 ottobre. Il 31 scade il tempo per trovare un accordo con la Ue.
Gli Usa frenano
Meno crescita Usa. Si conferma la frenata Usa (+2% annualizzato il Pil nel secondo trimestre) e restano segnali preoccupanti per le prospettive, come la curva dei tassi invertita. La produzione industriale a luglio ha registrato un calo. E nel manifatturiero l’indice PMI segnala contrazione (49,9): non succedeva dal 2009. Dopo il taglio dei tassi a fine luglio, la Fed è attesa a un nuovo ribasso a metà settembre.
Mercati contratti
Anche gli emergenti sono senza slancio. La manifattura cinese è in lieve recupero nel 3° trimestre; migliora la fiducia degli imprenditori, grazie alle agevolazioni fiscali del governo. Quasi ferma anche l’industria brasiliana, dove si è verificata la prima lieve contrazione nell’attività dal giugno 2018. In Russia si contrae sia la produzione che i nuovi ordini. La manifattura in India è l’unica che resta nettamente in fase espansiva.
(AWE/LaPresse)