BRUXELLES – La prudenza è d’obbligo per Bruxelles che solo da pochi mesi ha disinnescato la procedura di infrazione contro l’Italia. Di fronte alla possibilità di una manovra espansiva l’Ue preferisce chiudersi in un secco no comment. “Tutti i membri della zona euro devono presentare alla Commissione il loro documento programmatico di bilancio entro il 15 ottobre”, ha detto la portavoce della Commissione europea. Inclusa quindi l’Italia. Del resto secondo le regole del patto di stabilità, anche un governo transitorio è tenuto a presentare una “bozza del documento programmatico di bilancio a politiche invariate”.
L’Ue attende la manovra italiana
Comunque vada con la formazione del nuovo esecutivo, l’Italia è attesa alla prova dei fatti perché per il 2020, senza tener conto delle clausole di salvaguardia dell’Iva, che secondo gli sherpa europei “vengono regolarmente disinnescate”, la Commissione prevede un peggioramento del saldo strutturale dell’1,2%. La raccomandazione dell’Ecofin è di ottenere un aggiustamento strutturale dello 0,6% del Pil, cioè una riduzione del deficit secondo la metodologia Ue. Ma fonti europee ricordano che il patto permette una certa elasticità rispetto alle raccomandazioni indicate. Quindi “il saldo strutturale dovrebbe migliorare almeno dello 0,1% rispetto al 2019” per essere in linea con le aspettative di Bruxelles.
Flessibilità
Flessibilità, resta la parola chiave. La presidente eletta Ursula Von der Leyen nel suo discorso inaugurale aveva promesso di “utilizzare la massima flessibilità permessa nei limiti del patto di stabilità”. Ma gli sherpa non si fanno illusioni e ricordano che già la Commissione Juncker ha dato prova di molta pazienza con l’Italia e per questo l’esecutivo europeo uscente è stato molto criticato dalle Fmi e dalla finanza internazionale. Il futuro governo italiano non riceverà particolari sconti: del resto, sottolineano gli sherpa, Von der Leyen è tedesca e cristiano-democratica, e si è formata in una cultura politica che difende l’ortodossia del patto.
In cantiere una riforma del patto di stabilità
Nella migliore delle ipotesi l’Italia otterrà dalla nuova Commissione la stessa pazienza e flessibilità del precedente esecutivo. Fonti europee hanno confermato che gli esperti europei stanno lavorando a una riforma del patto di stabilità. I ministri delle finanze della zona euro ne discuteranno ad Helsinki il 13 settembre, ma le posizioni politiche tra i falchi del Nord e i paesi del ‘ClubMed’ del sud Europa più lassisti, non sono cambiate. Non bisogna aspettarsi modifiche drastiche nel patto.
La riforma delle regole di bilancio
A spingere ora sulla riforma ci pensa Christine Lagarde, prossima presidente della Bce. Alla vigilia di un’audizione decisiva davanti agli eurodeputati, Lagarde ha sollecitato la riforma delle regole di bilancio dell’Europa, chiedendo cambiamenti che creino un ulteriore margine di risparmio.
(LaPresse/di Margherita Sforza)