Scuola, Fioramonti: “Il crocifisso in aula può attendere, meglio una cartina o la Costituzione”. M5S: “Per ora l’argomento non è una priorità”.

"Ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi non esporre un simbolo in particolare"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione”, ha detto il ministro. Al momento, tuttavia, la questione non è ancora finita sul tavolo del governo e “può attendere”, ha spiegato Fioramonti.  Nemmeno la proposta di esporre la fotografia del presidente Mattarella pare essere la soluzione. “Neanche lui la vorrebbe”.

La riposta del movimento 5 stelle non si è fatta attendere : “Togliere il crocifisso dalle scuole non è un tema all’ordine del giorno per il MoVimento 5 Stelle” . Le scuole italiane hanno ben altri problemi, seri e concreti, da affrontare. Messa in sicurezza degli istituti, e loro ammodernamento, aumento degli stipendi di insegnanti e personale sono le priorità. “Dibattiti e polemiche su questioni distanti dalla vita quotidiana dei cittadini non ci appassionano nè interessano”.

La risposta dell’opposizione

Sul tema è intervenuto anche la forzista Mariastella Gelmini: “Il crocifisso non è un elemento di arredo – ha sottolineato -, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese”. E replicando direttamente al ministro all’Istruzione ha aggiunto: “La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa”.

Fa eco alle dichiarazioni di Forza Italia anche Fratelli d’Italia:  “Ricordiamo al ministro che, pur rispettando tutte le religioni, qui siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il Crocifisso”, ha affermato Paola Frassinetti . Il deputato di Fdi e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera ha poi specificato: “I fedeli di altre religioni devono per prima cosa rispettare i simboli della nostra fede, altrimenti, se ne sono infastiditi, nessuno li obbliga a rimanere qua”.

Umberto Caiazzo

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