NAPOLI – Ormai è più facile vederla in un programma tv che nelle stanze della politica, ma Nunzia De Girolamo è tutt’altro che fuori ‘dall’ambiente’, non foss’altro perché la politica è un affare di famiglia. E ora che il Paese si appresta ad uscire dal limbo tra la fase uno e la fase due dell’emergenza Covid-19, l’ex ministro delle Politiche agricole, moglie dell’attuale ministro per le Politiche agricole Francesco Boccia, fa il punto con Cronache.
Si è molto discusso della gestione dell’emergenza Coronavirus, quali le luci e quali le ombre della fase uno?
Questa pandemia nessuno poteva prevederla o gestirla, perché purtroppo il mondo, come ha detto qualche anno fa Bill Gates, non era preparato per una emergenza sanitaria da virus letale. Gli errori li valuteremo quando saremo in salvo. In questa fase ci vuole responsabilità e collaborazione. Verrà il tempo delle analisi e delle critiche ora è il momento delle azioni.
Il governatore De Luca è arrivato spesso allo scontro con il governo giallorosso.
Le Regioni del Sud sono state più fortunate di quelle del Nord. Il contagio in maniera esponenziale per fortuna non ci ha colpito, perché sinceramente non so come lo avremmo affrontato e gestito. De Luca è stato molto autoritario e questo ha avuto un grande effetto comunicativo: con il suo modo di comunicare, a volte condito da venature comiche, ha dato dei messaggi diretti. Per il resto dopo l’emergenza valuteremo l’operato di tutti. Mi è sembrato solo di capire che senza un coordinamento delle Regioni ci sarebbe stato il caos. All’inizio ognuno faceva l’ordinanza che preferiva.
Molti i cittadini in difficoltà. L’emergenza non è solo sanitaria, ma anche economica e sociale. Come immagina la ripartenza e in che modo andrebbe strutturata la fase due?
La immagino complicata. Ci sarà smarrimento. Difficoltà a tornare alla vita normale. Diffidenza sociale. L’impatto psicologico ed economico sarà devastante per molti. Tante attività non riapriranno mai più, addirittura in alcuni settori si calcola, anche se è prematuro dirlo, che una attività su tre potrebbe abbassare la saracinesca per sempre. Ci aspetta un anno molto complesso e di grandi sacrifici. Inoltre la fase 2 non sarà così libera come speriamo ed immaginiamo. Sarà un ritorno parziale e lento alla vita normale che sarà nettamente differente dal passato. Almeno fin quando non ci sarà un vaccino e si potrà, forse, tornare alla vita normale.
I governatori De Luca, Toti, Zaia e Emiliano avevano chiesto il voto in estate. Il governo ha optato per il periodo che va da metà settembre a dicembre. Il covid ha dato vita ad una partita politica surreale in cui nonostante l’incognita sulla durata del lockdown, la carenza di mascherine e l’impossibilità in molte realtà del distanziamento sociale si pensa a capitalizzare il consenso della presunta buona gestione emergenziale. Ma i governatori sono davvero stati così bravi?
Ho detto più volte pubblicamente che la medaglia l’ha guadagnata sicuramente Zaia. E’ stato tempestivo, corretto, preparato, decisionista ma ha sempre collaborato con il governo centrale nell’interesse dei cittadini. Molti hanno legittimamente approfittato di questa fase per capitalizzare il consenso in termini di comunicazione. Non dobbiamo essere ipocriti, ma analizzare bene la realtà dei fatti. Credo però che le regole sul distanziamento sociale valgano per tutti: cittadini, aziende e anche per la politica. Se la situazione sanitaria non consente assembramenti, manifestazioni e campagne elettorali la politica deve dare il buon esempio. Come spieghiamo ai grandi imprenditori che danno centinaia di posti di lavoro oppure ad albergatori, ristoratori e commercianti che a loro non consentiamo attività produttive, turistiche e commerciali ordinarie e alla politica diamo una corsia preferenziale? I tanti artisti di questo Paese, alle cui spalle c’è anche un grande indotto che mette il piatto a tavola a svariate famiglie, non faranno concerti. E noi facciamo i comizi? Oppure la politica pensa di fare tutta la campagna elettorale esclusivamente sui social e su altri mezzi di comunicazione? Certo, sarebbe una vera e propria rivoluzione, ma non credo la gente sia pronta.
Da tempo si è allontanata dalla politica all’interno delle Istituzioni, ma continua a dire la sua all’interno dei salotti televisivi. Più attestati di stima prima o è adesso che la gente la percepisce come più vicina e familiare?
Sicuramente ho più attestati di stima oggi. Non sono più il volto di un partito, e quindi non ho nessuna etichetta che, volente o nolente ti viene affibbiata. Ho sempre le stesse idee che la gente rispetta, ma oggi mi giudicano ed apprezzano per quella che sono, non per chi rappresento. E’ caduto il muro del pregiudizio ideologico. La politica divide, con la televisione ho avuto la possibilità di mostrare la vera Nunzia. E devo dire che questo consenso acquisito mi gratifica molto”.
Una curiosità: in queste settimane le è capitato di ‘bacchettare’ suo marito nelle vesti di esponente di un governo non sempre all’altezza della situazione e delle aspettative dei cittadini?
Ovviamente sì. Ad esempio sul mancato sostegno adeguato alle Partite Iva e ai professionisti iscritti ad una cassa o agli artigiani. Poi ho trovato assurda l’iniziativa del ministro Bonafede, che vorrebbe introdurre un precedente pericolosissimo del processo penale telematico. Significherebbe introdurre nel sistema uno stravolgimento epocale del processo penale, smaterializzando la sua celebrazione ed affidando questa possibilità al giudice senza neanche il consenso dei difensori. Su alcuni temi non riesco a tacere, nonostante l’impegno che mio marito sta personalmente mettendo in questa emergenza. Che vuole fare, io ho le mie idee e le ho sempre manifestate. È stato così nel passato, sarà così per il futuro.