Morte Martina Rossi: per i genitori non fu suicidio. Il Pg chiede condanne

La Cassazione ha, infatti, annullato la duplice assoluzione e ora entrambi devono sottoporsi per la seconda volta al giudizio dei giudici d'appello con l'accusa di tentato stupro

Foto LaPresse - Matteo Corner 19/09/2018 Milano,Italia Cronaca Il Palazzo di Giustizia tribunale di Milano

FIRENZE – Condanna a tre anni. Questa la richiesta formulata dal sostituto procuratore generale Luigi Bocciolini, al termine della sua requisitoria, nei confronti di Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, i due 29enni di Castiglion Fibocchi (Arezzo) di nuovo sul banco degli imputati davanti alla Corte d’appello di Firenze per il processo bis sulla morte di Martina Rossi. La Cassazione ha, infatti, annullato la duplice assoluzione. E ora entrambi devono sottoporsi per la seconda volta al giudizio dei giudici d’appello con l’accusa di tentato stupro. La prossima udienza, con le arringhe dei difensori, è fissata per il 14 aprile, giornata in cui potrebbe arrivare anche la sentenza. In caso contrario, i giudici hanno fissato un’altra udienza per il 28 aprile.

Le accuse

Albertoni e Vanneschi sono accusati di aver tentato lo stupro della ventenne di Genova che all’alba del 3 agosto 2011, di ritorno da una serata in discoteca, perse la vita cadendo dal sesto piano dell’hotel ‘Santa Ana’ a Palma di Maiorca. Dove si trovava in vacanza con delle amiche. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la notte tra il 2 e il 3 agosto Martina salì in camera dei due giovani perché nella sua le amiche erano in compagnia degli altri due ragazzi della comitiva di aretini e avevano formato due coppie. All’alba Martina precipitò dal balcone della stanza 609, quella dei due giovani, per sfuggire, sempre secondo l’accusa, a un tentativo di stupro. Dopo indagini in Spagna dove il caso fu archiviato come suicidio, i genitori di Martina, Bruno Rossi e Franca Murialdo, hanno lottato a lungo per far riaprire il caso.

Le udienze

In primo grado ad Arezzo il 14 dicembre 2018 i due imputati vennero condannati a 6 anni di reclusione per tentato stupro e morte in conseguenza di altro reato (poi estinto per intervenuta prescrizione). Il 9 giugno 2020 la Corte d’appello di Firenze aveva assolto Albertoni e Vanneschi “perché il fatto non sussiste”. La Suprema Corte di Cassazione lo scorso 21 gennaio ha annullato la sentenza di assoluzione disponendo un nuovo processo per i due imputati come aveva sollecitato, nel corso della requisitoria, il sostituto procuratore generale Domenico Seccia. E accogliendo i ricorsi presentati dalla procura generale di Firenze e dalla parte civile. Ora il processo d’appello bis deve essere celebrato in fretta per sfidare i tempi della prescrizione definitiva. Il reato di tentato stupro si estinguerà nella prossima estate.

I genitori non credono al suicidio

“Spero che questo nuovo appello confermi la condanna di primo grado, quella arrivata prima che in appello venisse cancellato tutto”, ha detto il padre di Martina, arrivando questa mattina, insieme alla moglie Franca, al palazzo di giustizia di Firenze per assistere all’udienza. I due genitori, che si sono costituiti parte civile, sono sempre stati presenti alle udienze dei processi che si sono celebrati nell’arco di questi dieci anni. Il loro legale, l’avvocato Stefano Savi, si è associato alla richiesta di condanna dei due imputati formulata dalla procura generale. “Martina non è caduta dal balcone per sua volontà, ma perché cercavano di farle fare qualcosa che non voleva fare – ha ribadito Bruno Rossi – Spero in una condanna, anche se ormai chi ruba una mela al supermercato ha una pena maggiore di chi ammazza una persona”.

La difesa dei due imputati ha sempre contestato la ricostruzione, attribuendo la caduta della 20enne a un suicidio o a un incidente. E sosterrà questa tesi anche nelle arringhe che terrà nel corso della prossima udienza. Questa mattina, inoltre, Alessandro Albertoni ha chiesto di essere esaminato come imputato: i giudici si sono riservati di decidere in merito alla sua richiesta.

(LaPresse/di Francesco Bongiovanni)

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