Muore Tarcisio Burgnich, la ‘Roccia’ incubo degli attaccanti

Aveva 82 anni, era nato a Roda, in provincia di Udine, il 25 aprile del 1939

Tarcisio Burgnich (Dpa LaPresse)

MILANO – Un altro pezzo della storia del calcio italiano se ne va. È morto nella notte in Versilia, dove viveva da molti anni, Tarcisio Burgnich, ex difensore dell’Inter e della Nazionale. Aveva 82 anni, era nato a Roda, in provincia di Udine, il 25 aprile del 1939.

Soprannominato ‘Roccia’ dal suo compagno di squadra Armando Picchi, fece parte di formazioni leggendarie, come la Grande Inter di Helenio Herrera e la Nazionale campione d’Europa nel 1968 e vice campione del mondo nel 1970. Un’Italia che fece l’impresa del 4-3 con la Germania, probabilmente la partita più famosa della storia del calcio, per poi arrendersi in finale all’invincibile Brasile di Pelè.

Burgnich era il prototipo del difensore che veniva definito ‘arcigno’: si attaccava alla punta avversaria, spesso a lui veniva affidata la marcatura dell’uomo più pericoloso in area, e non le dava tregua, trasformandosi nell’incubo di tanti attaccanti dell’epoca. Dal suo stile di gioco, duro ma sempre corretto, presero ispirazione tanti campioni successivi, come Claudio Gentile o Pietro Vierchowod.

Cominciò la sua carriera a fine anni ’50 nelle giovanili dell’Udinese, squadra in cui militò fino al 1960. Dopo una stagione alla Juventus e una al Palermo, dal 1962 al 1974 divenne uno dei pilastri dell’Inter, squadra che fu trasformata dal ‘mago’ Helenio Herrera in una delle più forti compagini che il campionato di serie A abbia mai avuto. Tanto che ancora oggi tantissimi tifosi, non solo interisti, ricordano a memoria quella formazione: Sarti; Burgnich; Facchetti; Bedin; Guarneri; Picchi; Jair; Mazzola; Peiro; Suarez; Corso.

Conclusa la sua avventura da giocatore nel Napoli, ebbe poi anche una lunga carriera da allenatore, conclusa a Pescara nel 2001.

(LaPresse)

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