Giustizia, Cartabia: “Non è solo un compromesso”. Perplessità Anm. E domani congiunta 5S

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto: Marta Cartabia

ROMA“La riforma conserva l’impianto della prescrizione in primo grado della legge Bonafede”, tuttavia “non si poteva evitare di correggere gli effetti problematici di quella riforma”. Così il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, sul tema della giustizia che sta infiammando il dibattito politico.

Il M5S, e in parte anche FI, ha protestato, ma la Guardasigilli, in una intervista al ‘Corriere della Sera’, sottolinea che la strada imboccata è necessaria per stabilire tempi certi e predeterminati per la conclusione dei giudizi di appello e Cassazione. “La riforma proposta non è un banale compromesso politico – dichiara -, è ispirata al bilanciamento di due esigenze: fare giustizia, nel rispetto delle garanzie”.

Adesso però bisogna fare i conti con le reazioni dei partiti, in primis il Movimento, già alle prese con problemi interni. Rispetto alla lealtà futura, “le forze politiche conoscono bene gli impegni presi con l’Europa e le scadenze – ricorda però Cartabia -. Mi auguro che il senso di responsabilità dimostrato da tutti i ministri prevalga su ogni altra considerazione, nell’interesse del Paese”.

Non esattamente convinto dal risultato finale è però anche il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, secondo cui “ci sono aspetti dei disegni di riforma che suscitano perplessità su cui occorrerà discutere”. “Mi auguro che una innovazione così importante – confessa intervenendo al congresso nazionale di Magistratura democratica – sarà valutata ed approfondita anzitutto in diretto e concreto riferimento alle condizioni organizzative degli uffici giudiziari, delle Corti di appello. Molte Corti territoriali versano in sofferenza organizzativa”.

Ad auspicare una intesa tra le forze politiche c’è poi il vicepresidente del Csm, David Ermini: “Ho piena fiducia nella sensibilità istituzionale della ministra Cartabia, nella sua competenza, nelle sue capacità di dialogo e sintesi. Confido che le forze politiche, tutte le forze politiche in Parlamento, abbiano la consapevolezza che la strada delle riforme è strada a questo punto obbligata, e non solo per l’accesso ai fondi del Recovery ma per gli equilibri delle stesse istituzioni, e responsabilmente convergano su soluzioni condivise e nel solo interesse generale di un sistema giudiziario efficace e giusto”.

Le acque più agitate ancora una volta si registrano all’interno del M5S, con Giuseppe Conte netto nell’affermare che sull’aspetto della prescrizione “siamo ritornati a una anomalia italiana”. “C’è una riunione congiunta con i parlamentari 5 stelle domani sul tema della giustizia – scrive sui social la ministra per le Politiche giovanili, Fabiana Dadone – non trovo opportuno fare post a riguardo prima di un confronto con i miei colleghi. Tutto sarà chiarito”.

Nella congiunta via Zoom toccherà alla squadra di governo pentastellata fare il punto e spiegare l’intesa raggiunta in Cdm. Ma ancor prima del confronto c’è già chi esprime il proprio punto di vista. E’ il caso della deputata Giulia Sarti che su Facebook va all’attacco parlando di “annacquato papocchio sulla prescrizione, di cui i nostri ministri dovranno rendere conto di fronte a tutti”. “Sulla giustizia tradimento totale rispetto alla linea (vera e decennale) del Movimento – aggiunge -. Io non voterò mai la schifezza incostituzionale sulla prescrizione portata avanti dalla Cartabia”.

Diverso il clima che si respira nel Pd, col segretario Enrico Letta più che soddisfatto

“È la riforma della giustizia più importante degli ultimi 30 anni – dichiara -. Sono convinto che è stata fatta una scelta positiva e giusta, e il Parlamento ovviamente sarà libero di discutere. E poi non ha protestato solo Conte, ha protestato anche Forza Italia pesantemente”. A spiegare la posizione dei forzisti ci pensano i due capogruppo di Camera e Senato, Roberto Occhiuto e Anna Maria Bernini.

“La riforma Cartabia è un buon passo in avanti, ma sulla giustizia anche il Parlamento vorrà avere voce in capitolo” le parole del deputato, con la presidente dei senatori che aggiunge: “Non è la riforma di FI, e cercheremo di migliorarla in Parlamento in senso più garantista”.(LaPresse)

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