Draghi blocca Salvini: “Invito a non vaccinarsi è a morire, green pass è condizione di serenità”

L'appello a non vaccinarsi "è un appello a morire e a far morire, è un appello a richiudere tutto".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – L’appello a non vaccinarsi “è un appello a morire e a far morire, è un appello a richiudere tutto”. Il premier Mario Draghi non lascia spazio ad ambiguità e risponde duro alle parole del leader della Lega Matteo Salvini, citato da un giornalista in conferenza stampa. Anzi, “invito tutti gli italiani a vaccinarsi, e vaccinarsi subito, per proteggere se stessi e le proprie famiglie”, incalza il presidente il presidente. Del resto, spiega, introdurre l’uso estensivo del green pass introdotto dal decreto appena approvato “non è arbitrio”, come ancora accusava Salvini, ma la condizione per permettere alle attività economiche di rimanere aperte, una misura che ha qualche difficoltà di applicazione “ma dona serenità, non la toglie”, assicura. Risponde a stretto giro il leghista abbassando i toni: “L’obiettivo di tutti, mio come di Draghi, è salvare vite, proteggere gli italiani, la loro salute, il loro lavoro, la loro libertà”, assicura. Ma sottolinea: “Gli italiani, come sempre, si stanno dimostrando un grande popolo, e per loro come per me il principio guida è uno: la Libertà”.

Dal 6 agosto dunque bisognerà esibire la certificazione verde – almeno la prima dose di vaccino, il certificato di guarigione, un tampone effettuato nelle 48 ore, e che avrà fino al 30 settembre un prezzo ridotto rispetto agli attuali 22 euro perché le nuove precauzioni non gravino eccessivamente sui cittadini – per cenare o prendere un caffè al chiuso in bar e ristoranti, per andare in palestra o in piscina, al cinema, al teatro o nei musei, per assistere a spettacoli o eventi sportivi, andare alle fiere, alle terme o partecipare ai concorsi. Restano escluse le discoteche, che non riapriranno: troppo rischioso. Gli operatori – già sul piede di guerra – potranno attingere a un fondo ristori.

Il green pass, è la chiave di lettura del premier, “è una misura con cui continuare a esercitare le proprie attività, divertirsi, andare a un ristorante o a uno spettacolo all’aperto o al chiuso con la garanzia di ritrovarsi tra persone non contagiose”, assicura. Del resto i miglioramenti dell’economia e dell’andamento dei contagi – migliore delle previsioni – sono dovuti al buon andamento della campagna vaccinale, “circa due terzi degli italiani con più di 12 anni ha ricevuto una dose, più della metà degli italiani ha concluso il ciclo. L’obiettivo che si era dato il generale Figliuolo per metà luglio è stato superato, a oggi abbiamo inoculato circa 105 dosi ogni 100 abitanti come la Germania, più di Francia e Stati Uniti”, sottolinea Draghi. Ma non bisogna abbassare la guardia, perché la variante Delta è minacciosa e l’epidemia fin qui ci ha insegnato “che senza reagire subito quello che accade in altri paesi si ripresenta da noi un tempo piuttosto rapido”.

L’obiettivo del governo è, dati alla mano, invitare tutti alla cautela ma anche ridare respiro a cittadini e attività provati da un anno e mezzo di pandemia. Per questo cambiano anche i parametri per il passaggio delle regioni da una fascia di colore all’altra: “La modifica sostanziale che facciamo è considerare il tasso di ospedalizzazione come parametro prevalente”, spiega il ministro della Salute Roberto Speranza. Dal primo agosto “una regione bianca passa in giallo quando le terapie intensive superano il 10% di occupazione e il 15% in area medica. In arancione con rispettivamente il 20% e il 30% -aggiunge – in area rossa con i parametri al 30% e 40%. La ragione di questo cambio è dovuta al fatto che oggi il nostro Paese ha somministrato oltre 63 milioni di dosi di vaccino ed è ragionevole pensare che ci possa essere una maggiore circolazione virale senza una ricaduta sulle ospedalizzazioni come nella fase precedente.

Di Antonella Scutiero

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