Inail, non si ferma la strage sul lavoro: oltre mille morti in primi 11 mesi

Incidenti e morti sul lavoro continuano ad essere un problema endemico per il Paese.

ROMA – Incidenti e morti sul lavoro continuano ad essere un problema endemico per il Paese. Lo rileva il rapporto Inail su infortuni e malattie professionali, secondo cui, nei primi 11 mesi del 2021, le denunce di infortunio sul lavoro presentate tra gennaio e novembre sono state 502.458, con un aumento del 2,1% rispetto al 2020. E, sebbene si registri un calo del 3% rispetto all’anno precedente, restano 1.116 le denunce di incidenti con esito mortale.

Un aumento delle denunce quindi, che non ha avuto però un percorso lineare. Infatti, erano diminuite dell’11% nel trimestre gennaio-marzo, per risalire del 21% tra aprile e settembre e calare nuovamente del 16% tra ottobre e novembre. Rispetto al calo degli infortuni mortali, invece, l’Inail invita alla prudenza, dal momento che “i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare alcune ‘tardive’ denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020”.

A guidare il trend in salita delle denunce a livello nazionale sono – spiega l’Inail – gli infortuni in itinere, cioè quelli occorsi nel tragitto casa-lavoro. Tra gennaio e novembre di quest’anno sono passati da 56.745 a 71.243 casi, crescendo quindi del 25%. Diminuiti invece gli incidenti sul luogo di lavoro, da 435.405 a 431.215 casi(-1%). Anche qui l’Inail rileva un tragitto oscillante: tra gennaio e marzo 2021 erano diminuiti del 10%, per poi aumentare del 18% nel semestre aprile-settembre e scendere di nuovo del 22% tra ottobre-novembre. Stesso discorso vale per le denunce mortali: i dati evidenziano infatti un aumento solo dei casi in itinere, passati da 199 a 234 (+17,6%), mentre quelli sul lavoro sono diminuiti del 7,4%, scendendo da 952 a 882.

L’incremento delle denunce riguarda tutti i settori produttivi, con due sole eccezioni: Amministrazione pubblica (-22%) e Sanità e assistenza sociale, che ha visto dimezzarsi i casi di denunce (-47,3%), pur a fronte di numeri che restano alti (36mila denunce), come sottolinea l’Istituto.

Allo stesso modo, la crescita delle segnalazioni investe in maniera omogenea quasi tutta la penisola, tranne il Nord Ovest, unica area a segnare un calo dell’8,8%. Dato confermato anche per le denunce mortali: l’analisi territoriale rivela un calo di decessi nel Nord Ovest (da 397 a 282), a cui si aggiunge anche quello meno marcato nelle Isole(da 89 a 75), salendo invece nel resto del territorio nazionale. Crescono le denunce da parte degli uomini (+11%), calano quelle da parte delle donne (-10,9%). Infatti, il decremento dei casi mortali è significativamente diverso a seconda del genere: -11,6% casi femminili, contro un – 2,0% maschili.

I lavoratori italiani denunciano di più (+1,2%), ma muoiono di meno: da 978, le denunce di incidenti mortali sono passate a 944. Diverso discorso per i lavoratori extracomunitari, per cui aumentano le denunce (+9,9%) e anche le denunce mortali, da 119 a 130. Infine, l’analisi per fasce di età dell’Inail evidenzia che per gli under 34 aumentano sia le denunce di infortuni (+20%) che i casi mortali (+6 casi), che invece scendono per la fascia 35-39 anni (-6) e over 50 (-89 decessi, da 769 a 680).

di Martina Regis

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