Milano, 10 apr. (LaPresse) – Le quotazioni della soia di produzione nazionale sono balzate di altri dieci euro in una sola settimana raggiungendo un massimo di 395 euro per tonnellata, dopo l’annuncio dei dazi cinesi sulle importazioni dagli Usa. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle ultime quotazioni della borsa merci di Milano, nel giorno del ricorso al Wto annunciato dalla Cina contro i dazi di Trump. Nella lista dei prodotti americani che verranno colpiti dai dazi cinesi ci sono, oltre alla soia, anche mais e farina di mais, grano, carne di manzo, mirtilli, succo d’arancia, whisky e tabacco, che rappresentano i simboli dell’economia agricola statunitense.
L’aumento del prezzo mondiale della carne potrebbe essere il primo effetto sui consumatori poiché la soia – sottolinea la Coldiretti – è uno dei prodotti agricoli più coltivati nel mondo, largamente usato per l’alimentazione degli animali da allevamento, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti seguiti, sul podio, dall’Argentina, per un totale dell’80% dei raccolti mondiali.
L’Unione europea – continua la Coldiretti – è il secondo importatore al mondo di soia, dopo la Cina, e un andamento anomalo delle quotazioni metterebbe a rischio la competitività degli allevamenti e la produzione di carne anche nel Vecchio continente. Un problema che – conclude la Coldiretti – riguarda anche l’Italia, che è il primo produttore europeo con circa il 50% della soia coltivata e un raccolto pari a tre volte quella del secondo Paese, che è la Francia. L’estendersi della guerra dei dazi tra i due giganti dell’economia mondiale ai prodotti agroalimentare – conclude la Coldiretti – apre scenari inediti e preoccupanti nel commercio mondiale anche con il rischio di anomali afflussi di prodotti sul mercato comunitario, che vanno attentamente monitorati per verificare l’opportunità di attivare, nel caso di necessità, misure di intervento straordinarie.